di Marco Croatti – Il maledetto maggio del 2023 con il suo carico di pioggia, di morte, di distruzione non sarà mai dimenticato dai romagnoli. Ed oggi, ad un anno di distanza, chi ha vissuto quei giorni terribili chiede con forza che le Istituzioni agiscano urgentemente affinché tragedie del genere non si ripetano. Nei paesi della Romagna ferita ci si chiede con timore cosa succederebbe oggi con precipitazioni simili. Non è una domanda fatalista o sul destino. È un interrogativo legittimo che guarda dritto negli occhi alla capacità della politica di dare risposte e affrontare le paure dei cittadini.
La Romagna è un territorio che sta ancora facendo i conti con i danni dell’alluvione, con le oltre 81 mila frane registrate, con problemi alle infrastrutture viarie e agli argini.
Ad un anno dall’alluvione sono evidenti i ritardi e le colpe del governo, anche verso le famiglie per la mancanza degli indennizzi promessi per mobili ed elettrodomestici. A fronte di 8,5 miliardi di euro di danni accertati le risorse erogate fino ad ora da governo e Struttura
Commissariale ammontano a soli 743 milioni, ossia meno del 10%.
Proprio in questi giorni del maggio 2023 queste terre tentavano di risollevarsi grazie anche ad una mobilitazione incredibile di giovani volontari che hanno lavorato, instancabili, insieme alle forze dell’ordine, per assistere e sostenere la popolazione colpita. Dal fango che ha seppellito tutto e ha causato 16 morti e 40 mila sfollati, sono nate le storie straordinarie di coraggio, di solidarietà, di altruismo di questi giovanissimi angeli, sporchi dalla testa ai piedi, che con la loro inesauribile energia e il loro contagioso entusiasmo hanno riacceso una luce laddove c’era solo un cupo senso di tragedia. I romagnoli avrebbero potuto piangere sulle loro disgrazie, non ci sarebbe stata alcune vergogna e nessuno, per altro, avrebbe visto le lacrime tra tutto quel fango e tutta quella pioggia, ma nelle nostre terre si è abituati ad affrontare le difficoltà rimboccandosi le maniche, stringendo i denti fino a farsi sanguinare le gengive. E così è stato, ancora una volta.
Proprio per tutti i romagnoli, per le vittime, per i volontari, il governo non perda altro tempo e onori questa ricorrenza emanando immediatamente decreti e misure urgenti che rispondano ai dubbi, alle sollecitazioni, alle paure di chi lo scorso maggio ha perso tutto.
L’AUTORE
Marco Croatti – Classe ’72. Appartenente al gruppo MoVimento 5 Stelle, membro del Senato della Repubblica e della 6ª Commissione permanente (Finanze e tesoro) e segretario d’aula in Senato. Coordinatore regionale M5S Emilia-Romagna.