“La paura dell’onestà, la paura di veder crollare il castello di corruzione costruzioto a Roma. Salvatore Buzzi, patron delle cooperativa 29 Giugno, attualmente in carcere, si lascia andare a uno sfogo imbarazzante per il Partito Democratico. Uno sfogo tanto più significativo se pensiamo che , suo compare in affari, il “cecato” Massimo Carminati: “Il problema è che non ci stiamo più noi … una cosa incredibile… Grillo è riuscito a distruggere il Pd“. È l’aprile 2013 e gli uomini di Mafia Capitale rivelano d’avere un problema: l’ascesa del Movimento 5 stelle, che alle elezioni prese oltre il 25% dei voti. Il clima che stava nascendo non piaceva alla cupola. Scrive il Fatto: “Alle elezioni politiche di febbraio il M5S aveva scardinato il sostanziale bipolarismo tra centrodestra e centrosinistra conquistando il 25,5% e a maggio i romani sarebbero tornati alle urne per eleggere il loro nuovo sindaco. I vertici della Mafia Capitale avvertono come anche a Roma l’aria stia cambiando. “Er problema è un altro – conclude Buzzi – er problema è che non ce stamo più noi, semo … (inc). .. una cosa incredibile. Grillo è riuscito a distruggere il Pd”. E il Pd, per il sistema criminoso ipotizzato dagli inquirenti, è fondamentale. Non è un caso che Salvatore Buzzi, il 7 novembre scorso, abbia partecipato alla cena di finanziamento del Pd organizzata da Matteo Renzi, investendo 10mila euro per ottenere un tavolo. “A Buzzi – sostiene il suo braccio destro nella cooperativa 29 giugno, che non risulta indagato – Renzi è sempre piaciuto per il suo piglio decisionista”.” Tzetze