“Gino Poletto, classe 1899. Era ancora ragazzino quando lo mandarono sul Piave dopo la disfatta di Caporetto. Gino Poletto era mio nonno. E’ morto, a 96 anni, 19 anni fa.
Ma è indelebile in me l’impressione nel sentire lui, ormai anziano, parlare della guerra, con gli occhi e l’emozione di un bambino soldato. Amalia Poletto era sua figlia e mia madre.
E’ morta un anno fa dopo avere visto suo figlio in senato “combattere” in modo diverso.
Politicamente forse acerbo quanto lo era mio nonno alla guerra. Ma come allora non c’erano altri migliori: ho detto semplicemente “sì” e non mi vergogno dei limiti e degli errori. Difendo la Costituzione e la Democrazia, da quella che altri più illustri esperti hanno definito “svolta autoritaria”. Chiamarlo “ostruzionismo” offende me e, credo, anche mio nonno, i suoi cinque figli ancora in vita, i nipoti e pronipoti che ne conservano viva memoria”.
Giovanni Endrizzi, Portavoce M5S Senato
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