(09:47)
Novantamila famiglie italiane sono con un piede fuori dalle loro case. Quelle che magari hanno abitato negli ultimi 20-30 anni. È questo il risultato delle dismissioni del patrimonio immobiliare degli enti previdenziali. Enasarco, Enpaia, Enpam, Casse forense – commercialisti – geometri – notariato, Inarcassa, Inpgi, solo per fare qualche nome. La maggior parte degli inquilini non è in grado di far fronte alle nuove condizioni proposte: vendita a quotazioni di mercato e affitti rivisti al riazo con soglie che vanno dal 65 fino al 300 per cento.
Prendiamo lEnasarco, per fare un esempio, su cui il M5S ha già presentato uninterpellanza urgente. Nel bilancio dellente previdenziale degli agenti e rappresentanti di commercio si crea una voragine a causa di investimenti speculativi ad alto rischio per 1,5 miliardi di euro (780 milioni sono finiti nel fondo Anthracite delle Isole Cayman, garantiti da Lehman Brothers).
Come si coprono le perdite? Si trova una società compiacente che supervaluti gli immobili e il surplus fra il valore reale e quello dopato viene spalmato sulle spalle degli inquilini. E il risultato sono le numerosissime richieste di sfratto per finita locazione o morosità incolpevole, causate da canoni insostenibili spesso pretesi sulla base di accordi sindacali. Gli stessi sindacati che siedono da ambo le parti del tavolo della trattativa: come rappresentanti degli inquilini e come membri dei cda degli stessi enti. Il M5S si occuperà di questi inquilini con una serie di interpellanze. Con una mozione che impegni il governo a sospendere per un anno gli sfratti. E con la proposta di un tavolo inter-istituzionale, che riscriva le regole per laccesso alle unità immobiliari. Ma dall11 giugno scorso aspettiamo che la Conferenza dei Capigruppo della Camera trovi uno spazio di discussione per giungere a una soluzione concreta per le 90mila famiglie italiane che hanno ricevuto le odiose lettere di aumento del canone (con svariate migliaia di euro di interessi di mora) o le proposte di prelazione a cui aderire entro 60 giorni.
Tra i tanti disegni di legge astratti o pretestuosi, gli emendamenti costituzionali improrogabili per i destini del Paese, la pioggia di decretini omnibus, o le capriole per rinviare sine die labolizione del finanziamento pubblico ai partiti, crediamo sia giunto il momento che questo governo impegnato soprattutto a temporeggiare, si renda conto che i problemi del Paese reale premono con urgenza drammatica; e che tra essi il diritto alla casa, sottratto a vergognose speculazioni, si pone tra i più impellenti.” Roberta Lombardi, M5S Camera