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Intervento di Gianroberto Casaleggio al Forum Ambrosetti, Cernobbio, 8 settembre 2013. Guarda il video
“Le rivoluzioni nelle comunicazioni sono sempre state al centro dei cambiamenti delle organizzazioni sociali, Internet non fa eccezione, con l’accesso globale dei cittadini alle informazioni. Ma Internet non è solo un supermedia destinato a assorbire tutti gli altri, ma soprattutto è un processo di trasformazione della società. Oggi è in corso un tipping point dovuto a Internet, un salto di livello, per la politica. Come successe nel 1960, con il primo confronto tra John Kennedy e Richard Nixon, in televisione, durante le elezioni presidenziali, quando la politica comprese che da quel momento le campagne elettorali sarebbero state vinte, o perse, in televisione.
Questo intervento cercherà di dare indicazioni per capire come e perché Internet sta influenzando la politica e la cambierà nel prossimo futuro.
Proprietà di Internet
Internet ha delle proprietà fisse che possono influenzare diversi aspetti della nostra società, in questo caso la politica. Ho scelto il Partenone come figura per il suo significato simbolico, riferito a Pericle e alla democrazia ateniese, che spesso è associata alla democrazia diretta. Partendo dalle colonne del Partenone, le proprietà di Internet:
– Trasparenza, intesa come trasparenza delle istituzioni, politica, economia;
– Disintermediazione, eliminazione di qualunque struttura intermedia che non abbia alcun valore aggiunto, in particolare nell’ambito della burocrazia;
– Credibilità, la credibilità in Rete diventa un valore assoluto, economico e politico, chi non ha credibilità non può usufruire della Rete, ma anzi ne ha un effetto contrario e negativo;
– Interazione, si passa, da “one to many” a “many to many”, da uno a molti a molti a molti, più persone si rivolgono a molte altre persone;
– Aggregazione, la creazione continua di comunità su obiettivi e interessi comuni, anche transnazionali, non soltanto locali;
– La trasformazione dei processi e delle organizzazioni, che da piramidali si trasformano in organizzazioni a stella, con molteplici interconnessioni che possono aumentare nel tempo;
– L’accesso all’informazione, che diventa globale, fruibile per tutti coloro che accedono alla Rete, e diventa bidirezionale, quindi chiunque può inserire informazione e chiunque può fruirne.
Trends
Passiamo ora ai trends più importanti. Si sta affermando, con fenomeni un po’ in tutto il mondo, la democrazia diretta, che si contrappone alla democrazia rappresentativa. I cittadini attraverso la democrazia diretta partecipano direttamente alle iniziative politiche invece di votare dei rappresentanti che prendono le decisioni al loro posto. Il secondo trend è la conoscenza diffusa dei temi politici e sociali, e il conseguente aumento della consapevolezza dei cittadini, che possono intervenire sulle decisioni che vengono a oggi prese sulla loro testa.
La centralità del cittadino, quindi la nascita di comunità virtuali, di gruppi di pressione politica, con capacità di spostamento di flussi elettorali anche nel breve termine. L’importanza delle comunità, che continuano a aumentare, sarà accentuata a livello locale, dove la attuazione delle politiche del governo è più visibile. Questo avrà ricadute anche politiche a livello nazionale.
Il politico diventa esecutore della volontà dei cittadini e del programma; il programma viene discusso insieme ai cittadini, proposto dai cittadini durante il periodo elettorale con la trasparenza delle attività parlamentari e delle decisioni governative che sono state concordate con i cittadini.
Le idee e la partecipazione diventano più importanti dei soldi, che sono ancora importanti, ma non sono più determinanti. Un esempio è il MoVimento 5 Stelle, che ha raccolto 8 milioni e 784 mila voti, ha speso 348 mila Euro dei 774 mila raccolti, quindi circa 4 centesimi a voto. Il MoVimento 5 Stelle avrebbe avuto diritto come gli altri partiti a un rimborso elettorale, che ha rifiutato, di 42 milioni e 782 mila Euro, corrispondenti a 4,87 euro a voto. I partiti hanno ricevuto più di 100 volte la spesa sostenuta dal Movimento 5 Stelle per partecipare alla competizione elettorale.
La velocità del cambiamento: Internet, rispetto a qualunque media del passato, ha avuto una accelerazione e continua a accelerare, in particolare dopo l’esplosione del cosiddetto mobile Internet, quindi dell’accesso di massa alla Rete. Un altro fenomeno in corso è quello del declino dei mainstream media: negli Stati Uniti nel 2013 è avvenuto il sorpasso di Internet sulla televisione per il tempo speso tutti i giorni dagli adulti, si passa quindi da 5 ore e 9 minuti, con una crescita del 15,8 annua, su Internet contro 4 ore e 31 minuti della televisione. In Italia la situazione è molto diversa, completamente rovesciata ad ora, però raggiungerà nel tempo quella degli Stati Uniti. Si stimano infatti quattro ore e tre minuti per la televisione per italiano adulto contro un’ora e venti minuti di Internet.
Il declino dei main stream media riguarda anche i ricavi attraverso i quali vivono, in particolare gli investimenti pubblicitari. In Italia gli investimenti pubblicitari per la stampa sono calati da 860 milioni di Euro a 650 milioni, se si confronta il primo semestre 2012 con il primo semestre 2013. Quindi un 24,4% in meno. Negli Stati Uniti le vendite dei primi 25 giornali dal 2005 a oggi sono diminuite del 42%, da 15,1 milioni a 8,8 milioni di copie giornaliere. In Italia le copie dei vendute sono scese da 4,4 milioni del maggio 2012 a 3,8 del maggio 2013 con un diminuzione del 14,54%. Questa situazione è irreversibile ed é destinata a peggiorare.
Un altro trend è quello dei movimenti verso i partiti; i movimenti si stanno affiancando ai partiti, i movimenti nati dalla Rete oggi si pongono come forme di pressione esterna o entrano direttamente nell’ambito parlamentare come è successo per i Pirati tedeschi, svedesi e il MoVimento 5 Stelle. Oppure rimangono all’esterno modificando però gli equilibri politici del Paese come è avvenuto per le Primavere Arabe.
Un altro trend in corso sono le previsioni degli andamenti politico sociali, l’analisi dei Big Data e dei social network sono la base delle cosiddette “Internet prediction machine“, applicazioni che consentono in qualche modo di prevedere il futuro attraverso il comportamento e attraverso le richieste degli elettori e cittadini. Le “Internet prediction machine” possono essere associate al concetto della “psicostoria“, citato da Isaac Asimov nella Fondazione più di 60 anni fa. La psicostoria è una amalgama di storia, statistica e psicologia simile all’analisi dei Big Data dei social network, che prevedeva il futuro e i comportamenti sociali, come oggi tenta di fare il social semantic web, che studia le relazioni tra le persone in tempo reale attraverso l’analisi dei social network. Il prossimo passo sarà il cambiamento da “io ti dico che cosa intendo fare“, come avviene oggi attraverso i sondaggi, a “le mie azioni ti dicono che cosa farò anche se non te lo dico“.
Gli eventi politici legati alla Rete stanno aumentando continuamente negli ultimi anni, in un grafico si può vedere la crescita del numero di persone connesse alla Rete nel tempo che arriva a 2,7 miliardi nel 2013 e potrebbe arrivare nel 2014 a più della metà della popolazione mondiale.
Il primo grande evento legato alla Rete è stato il WTO di Seattle nel 1999, quando ci fu la contestazione da parte del Movimento No Global al congresso del WTO. Decine di migliaia di persone riuscirono a riunirsi a Seattle attraverso la Rete e l’informazione anti WTO si diffuse immediatamente. Il secondo momento importante legato alla politica e alla Rete è stato Howard Dean nel 2003, allora governatore dello Stato del Vermont. Un politico del tutto sconosciuto prima della sua partecipazione alle primarie per le elezioni del candidato democratico alle presidenziali statunitensi. Dean non disponeva di grossi finanziamenti per la sua campagna elettorale, e grazie al sito www.DeanforAmerica.com raccolse più fondi online di qualunque altro candidato. Dean non aveva una organizzazione presente nei diversi Stati, la Rete gli consentì di crearli in pochi mesi senza investimenti, attraverso alcune applicazioni, una di queste è Meet Up.
Obama vinse le sue prime elezioni grazie alla Rete. Utilizzò la Rete nel modo più completo possibile, in particolare per quanto riguarda la raccolta di fondi online. Riuscì ad avere 3 milioni di donatori complessivi e una donazione media inferiore ai 200 dollari. Raccolse circa 500 milioni di dollari. Con Obama entra in gioco a grande livello il micro fundraising, la acquisizione di fondi da parte di privati cittadini. Obama disse in un suo intervento che questo lo avrebbe reso libero da qualunque influenza delle corporation e dei grandi gruppi industriali. Lui da quel momento rispondeva solo ai cittadini.
In seguito ci furono i Pirati Svedesi, il partito dei pirati, che raccolse il 7,1% alle elezioni europee, conquistando un seggio. Poi Assange. Assange introduce il problema della sicurezza dei dati a livello mondiale e la loro divulgazione, la loro trasparenza. A partire dal 2007 è tra i promotori del sito web Wikileaks. Il 28 novembre 2010, dopo averlo annunciato, Wikileaks rese di pubblico dominio oltre 251 mila documenti diplomatici statunitensi.
Occupy Wall Street è un movimento nato spontaneamente negli Stati Uniti per protestare contro le disuguaglianze economiche e per le ingerenze delle istituzioni finanziare nei governi. Occupy Wall Street aveva uno slogan: “Siamo il 99%“, riferito alla ineguaglianza nella ricchezza negli Stati Uniti tra l’1% e tutto il resto della popolazione. Il punto di riferimento di questo movimento nato e sviluppatosi prevalentemente in Rete è stato David Graeber.
Poi ci furono il Partito dei Pirati Tedeschi che acquisì l’8,9% e conquistò 15 seggi in uno Stato della Germania. Poi la protesta spagnola degli Indignados con l’occupazione di molte piazze in tutte le città spagnole. La cosiddetta Primavera Araba, che consentì attraverso la diffusione dell’informazione a molti stati arabi di cambiare, rovesciare il loro governo in un breve tempo. Infine il MoVimento 5 Stelle, che è nato soltanto pochi anni fa, il 4 ottobre 2009, che ha ottenuto circa otto milioni e 700 mila voti con 108 deputati e 54 senatori alle ultime politiche italiane del 2013.
Democrazia diretta e Internet
La democrazia diretta e Internet sembrano compiere la stessa traiettoria, ma non è una traiettoria che nasce con Internet, nasce da molto lontano. Rousseau nel Contratto sociale disse: “nel momento in cui i cittadini permettono di essere rappresentati essi perdono la loro libertà, così ogni legge non ratificata dal popolo è invalida, i rappresentanti si trasformano in una oligarchia e i cittadini diventano sempre più alienati.” Thomas Jefferson, uno dei padri della democrazia americana disse: “la volontà popolare è l’unica legittima fonte di ogni governo, anche un governo popolare, non efficiente, è preferibile al miglior governo autocratico“.
La democrazia diretta non è un fenomeno nato con la Rete, ma è già da tempo presente in alcune forme complementari alla democrazia rappresentativa in diverse nazioni: Canada, Svizzera, Venezuela e Stati Uniti. Gli Stati Uniti l’hanno introdotta da tempo in alcuni Stati, con gli strumenti di “deliberative“, quindi la proposta di legge di iniziativa popolare, referendum propositivi e recall. I recall consentono di fare dimettere un parlamentare attraverso la raccolta di firme e un referendum locale. La legge non è ancora presente a livello federale, ma lo è in 19 stati. Nel 2011 ci sono stati 151 recall election, quindi persone che sono state messe in discussione dopo la loro elezione. Di questi recall 76 sono andati a buon fine e 9 persone si sono dimesse prima del voto. Consideriamo che il governatore della California Schwarzenegger è stato eletto la prima volta dopo che fu fatto dimettere con l’esercizio del recall il precedente governatore. Se l’esercizio del recall fosse presente nel nostro Parlamento, il Parlamento sarebbe molto diverso in termini di composizione da quello di oggi.
La diffusione dell’informazione grazie a Internet renderà possibile la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica e la diffusione di strumenti di democrazia diretta.
In Italia la democrazia è ancora una parola vuota. I referendum abrogativi, come quello sul finanziamento pubblico dei partiti, sono ignorati. La legge popolare Parlamento Pulito, firmata da 350 mila cittadini non è stata neppure discussa in Parlamento. Lo stesso Parlamento, che dovrebbe essere la massima espressione della volontà popolare, è esautorato dal governo con i decreti legge e formato da nominati dai partiti!
La democrazia diretta si diffonderà in futuro grazie all’aumento dell’informazione libera dovuto a Internet. Laddove questa informazione esiste, la democrazia diretta avrà una accelerazione, bisogna considerare che la classifica di Freedom House, che ogni anno valuta la libertà di informazione dei diversi stati oggi pone gli Stati Uniti al ventiseiesimo posto, ma l’Italia al sessantanovesimo. In Italia i giornali e le televisioni sono gli strumenti del potere.
Bisogna iniziare a chiedersi: “l’eletto è migliore degli elettori?” “Può prendere una decisione contro la volontà di mille, 10 mila, 100 mila elettori informati?” Il politico sarà considerato in futuro in termini utilitaristici dai cittadini, se farà un buon lavoro avrà successo e potrà considerarsi immune da valutazioni ideologiche o di appartenenza.
Nel suo discorso di addio del 17 gennaio 2001 al Parlamento dell’Arkansas Bill Clinton dichiarò: “to be a President is a job, it’s just a job“, anticipando con questa semplice dichiarazione l’avvento della democrazia diretta.
Ricollegandomi alla prima apparizione di Richard Nixon e John Kennedy in televisione, allora si disse: “mostratemi un politico che non capisce la televisione e vi mostrerò un perdente“, oggi vale la stessa cosa: “mostratemi un politico che non capisce Internet e vi mostrerò un perdente“. Gianroberto Casaleggio