Il Movimento 5 Stelle ha le idee chiare su come risolvere il problema dell’elusione fiscale internazionale. Sta già collaborando con numerosi esperti, lottando in ogni sede istituzionale e tutelando al contempo whistleblower come Hervé Falciani. Lo abbiamo intervistato per sapere cosa pensa dei Panama Papers. Buona lettura!
“Sono stato condannato in Svizzera per spionaggio economico. Secondo loro ho attentato agli interessi fondamentali della nazione elvetica. Peccato che per molti altri Paesi è stato un fatto positivo; ora tutte le volte che voglio andare in un altro Paese devo chiedere l’autorizzazione. Un Governo o un dipartimento di giustizia che rifiuta di ospitarmi ammette implicitamente di proteggere un segreto bancario, quindi ogni volta che decido di spostarmi è l’occasione giusta per capire cosa sta succedendo in quel Paese“.
Cosa ne pensi dei “Panama Papers”?
“L’occasione di raggiungere più cittadini e di informarli è sempre una buona cosa. Ma non stiamo parlando di nulla di nuovo o di uno scandalo che non si conosceva. Semplicemente riusciamo a mettere qualche faccia sugli scandali finanziari. È incredibile pensare a tutta l’IVA che perdiamo ogni anno sulle frodi delle grandi imprese, ma nessuno ne parla perché non fa notizia come l’attacco a un capo di Stato“.
Da quanti anni stai ripetendo queste cose?
“Sono almeno dieci anni che ci lavoro, ma se ne parla da molti di più“.
Perché nessun americano è stato coinvolto?
“Ufficialmente perché gli Stati Uniti hanno già firmato un trattato di collaborazione con Panama. È proprio grazie a quest’ultimo che l’America sta diventando il luogo ideale in cui evadere, perché gli investitori si sentono più sicuri (pensiamo al Delaware o a Miami). La cosa più pericolosa è il livello d’intelligenza economica: tutte le informazioni sensibili risiederanno in un solo luogo e si andrà verso la centralizzazione. Esattamente come già avviene con i servizi Paypal o Amazon, che hanno sedi fiscali in Lussemburgo. Ecco, ogni volta che c’è una centralizzazione, per i cittadini si prospettano grandi problemi“.
Quale sarà il prossimo paradiso fiscale?
“Nel Medio Oriente, tra Dubai e Abu Dabi. Speriamo che i coinvolti non abbiano troppe implicazioni, così che le notizie fluiscano più velocemente“.