Il Passaparola di Maria Rita D’Orsogna, Fisico, docente universitario, attivista ambientale
“Il 17 aprile del 2016 occorre votare SI, in tanti e con convinzione. Il tempo del petrolio è finito, 150 anni di buchi in tutto il mondo hanno portato a risultati negativi per l’ecosistema e per le persone che vivono nelle comunità cosiddette “petrolizzate“. Specialmente in questo momento abbiamo tante alternative alle fossili ed è finalmente possibile pensare ad un futuro senza trivelle e petrolio. Ma bisogna volerlo.
La domanda che ci verrà posta nel referendum è la seguente: vogliamo che le concessioni in mare durino fino alla durata naturale del giacimento, o vogliamo che ci siano scadenze intermedie? Posto in questo modo il quesito potrebbe sembrare molto tecnico. Il referendum è stato così limitato dal Governo che nel corso dei mesi ha fatto di tutto per spolparlo della sua essenza.
Ma la vera domanda a cui dobbiamo rispondere non è sulla durata delle concessioni. Dobbiamo dire a gran voce che tipo d’Italia vogliamo. Un Bel Paese che continua a guardare le fossili, o una nazione che vuole cambiare verso un futuro diverso?
Incentivare l’astensione è sbagliato e ingiusto. Antidemocratico, da codardi. Tutti hanno il diritto di votare, è una mancanza di rispetto per chi ha fatto in modo che la democrazia fosse tale. Il referendum costa 400 milioni di Euro visto che qualcuno non ha voluto accorparlo. Io dico di votare SI, ma piuttosto che l’astensione andate a votare NO, se non siete d’accordo.
In questo Governo ci sono lobbysti, inciuci e affaristi capaci di condizionarne qualsiasi scelta. I petrolieri hanno rapporti stretti col Governo, ricordiamo solo Corrado Clini – ex ministro dell’ambiente -, che ebbe una corrispondenza diretta per concedere trivellazioni “sotto-banco“.
Spero vivamente che il quorum venga raggiunto. La nazione va protetta e amata, non va distrutta. Questo è un voto simbolico e filosofico: il governo prenderà un’eventuale mancanza di voti come un plebiscito sulle trivelle, per continuare a fare quello che vogliono, indisturbati con altre concessioni e prolungamenti. È un segnale dello spirito della nazione.
L’Italia può fare molto di più con le rinnovabili. Il Governo ha fatto tagli retroattivi agli incentivi sulle rinnovabili perché sta cercando di affossarle. Servono dei politici che puntino ad avere un’Italia 100% rinnovabile, ci sono altre nazioni che lo stanno già progettando.
Si può fare, basta volerlo! Il 17 aprile #iovotoSI!