di Luigi Gallo (M5S) – Il pericolo circola nelle nostre sinapsi. “Il pensiero veloce” di cui scrive il Premio Nobel Daniel Kahneman ci sta conducendo dritti nel burrone a una velocità supersonica. Se la tecnologia, i software e le regole del mercato vogliono dettare le abitudini delle masse è chiaro che come individui rischiamo di subire il pilota automatico e di non essere più padroni delle nostre scelte. È per questo che studiare, approfondire dati e immergersi nella lettura e nelle ricerche può costituire l’azione salvifica per restare liberi e pienamente consapevoli.
Perché è vero che alle porte ci attende una sfida fondamentale per sopravvivenza della Terra e di tutti i suoi abitanti, a cui bisognerà rispondere con forza e rapidità per evitare che nel 2050 la civiltà umana collassi per la crisi climatica, come affermato dai ricercatori del Centro Nazionale per il clima in Australia, ma è altrettanto vero che la rivoluzione culturale dovrà affermarsi ancor prima per permetterci di guidare, ma soprattutto vivere, il cambiamento con gli strumenti della consapevolezza. È da questa considerazione che nasce la ricerca Cultura 2030, voluta da Beppe Grillo e commissionata da noi parlamentari del M5S delle Commissioni Cultura di Camera e Senato al sociologo Domenico De Masi, in collaborazione con gli 11 esperti che hanno prefigurato gli scenari futuri per rispondere al grande interrogativo sull’evoluzione culturale del Paese nel prossimo decennio.
Le previsioni di questa ricerca ci dicono che nel 2030 “Il modello utilitaristico fondato sulla dittatura del denaro e del profitto, non sarà un fenomeno specifico italiano: il nostro Paese seguirà una tendenza ormai planetaria che si manifesterà, in ciascuna nazione, con tempi e modi diversi.” Allo stesso tempo “Il bisogno di appartenenza e di identità e il bisogno di legami e di radici, la conoscenza della storia della propria terra, il confronto con quella degli altri luoghi e culture, continueranno ad assumere una grande importanza.” e “La storia e la cultura non si piegheranno a fini commerciali e di propaganda, né́ noi, tantomeno, cancelleremo le nostre radici”.
I primi indizi della ricerca ci dicono che esistono i manuali per riprendere il controllo del nostro volante e sono i libri di storia e i libri di cultura che raccontano le nostre radici. L’Italia in questo contesto possiede l’enorme vantaggio di essere espressione di antichissima storia, quale crocevia del Mediterraneo, e di avere avuto un’influenza maestosa nella storia di tutto il mondo.
Storia e cultura sono le fondamenta delle nostre mura e dei palazzi maestosi che compongono le nostre città, il cibo della nostra tradizione, la storia del nostro linguaggio, gli studiosi che hanno reso grande il Paese e tutto ciò che con orgoglio costituisce il bagaglio Italia.
Se quindi storia e cultura ricostruiscono il senso, la scienza è il terzo manuale indispensabile per evitare che nel 2030 “Le fake news, le post-verità e la crescente disinformazione saranno sempre più̀ diffuse e presenti nell’ecosistema della rete.” E’ per questo che la nostra risposta deve essere una operazione di massa adatta a promuovere capacità tecnica ed etica di filtrare e selezionare. Una responsabilità collettiva, oltre che individuale, che per questo ha bisogno di una guida educativa e di un’educazione digitale che arricchisca il bagaglio delle nuove generazioni.
Non potevamo quindi non investire la scuola di questo compito con la legge che introduce l’educazione civica come materia scolastica dal 2020 che include obiettivi di una educazione digitale e ambientale con collaborazioni scuola-territorio per esperienze extra scolastiche e per questo tutti siamo chiamati a fare la nostra parte e riscrivere l’architettura del nostro “Pensiero veloce” per prepararlo a vincere la sfida del 2050.
“Non saranno la luce e il chiarore del sole a farci uscire dalle tenebre, ma la conoscenza delle cose” Lucrezio
foto di Pawel Kuczynski https://www.facebook.com/pawelkuczynskiart/