Di seguito un articolo di Alberto Negri sul Sole24Ore che spiega cos’è la Saudi Connection e soprattutto perché frena la lotta all’Isis
di Alberto Negri
“In questi giorni appare folgorante una frase riportata dal Financial Times del defunto principe Saud Feisal al segretario di Stato Usa John Kerry: «Daesh è la nostra risposta sunnita al vostro appoggio in Iraq agli sciiti dopo la caduta di Saddam». Ecco in cosa consiste la Saudi Connection: una politica estera intossicata dalle involuzioni di Riad con i jihadisti mentre la sua campagna militare in Yemen, denominata Decisive Storm, è diventata un Vietnam del Golfo.
La Saudi Connection è soprattutto il rapporto ombelicale che da 70 anni lega Washington a Riad. LArabia Saudita, il più oscurantista degli Stati islamici, è la roccaforte del sunnismo ma anche la nazione musulmana con il più antico patto con gli Stati Uniti, firmato tra Ibn Saud e Roosevelt nel 1945, pochi giorni dopo Yalta.
I sauditi dopo laccordo sul nucleare iraniano si sono sentiti traditi da Washington, perché considerano Teheran la minaccia numero uno. Ma le cose non stanno del tutto così. In termini pratici significa che mentre Obama e Re Salman si stringevano la mano al G-20 di Antalya veniva firmato lennesimo contratto militare: 1,2 miliardi di dollari per 10mila sofisticate bombe Usa da scaricare i Yemen sulla testa dei ribelli sciiti Houti.
Negli ultimi cinque anni i sauditi hanno acquistato sistemi darma da Washington per 100 miliardi di dollari, di cui 12 negli ultimi mesi, nonostante il Congresso abbia sottolineato la persistente violazione dei diritti umani e i crimini di guerra in Yemen. Alla luce di queste cifre si spiega latteggiamento americano nei confronti del Califfato e dei jihadisti siriani sponsorizzati dalle monarchie del Golfo. E si comprende perché Washington esiti a mandare truppe a terra. Da una parte cè lovvia considerazione che dopo lAfghanistan, lIraq e la Libia, gli Usa hanno mostrato segnali evidenti di disimpegno dal Medio Oriente. Ma dallaltra cè questa connessione implacabile con i sauditi, che oltre ad essere leader dellOpec, hanno finanziato i mujhaeddin afghani contro lUrss negli Anni 80 e foraggiato Saddam nel conflitto contro lIran.
VIDEO Il servizio di Report che incastra il Governo
I sauditi pagano e gli americani guidano coalizioni internazionali che ai loro occhi non devono abbattere il Califfato ma prima di tutto contenere lIran e un giorno magari liquidare Assad in Siria. La Saudi Connection condiziona la politica estera americana quanto lalleanza con Israele. Ora questo patto leonino tra Riad e Washington, dopo la strage di Parigi, è entrato in collisione con la nuova santa alleanza tra la Russia di Putin e la Francia di Hollande. Il problema è capire quali obiettivi si pongono i belligeranti. Se assestare una punizione esemplare al Califfato oppure demolire lIsis. Nel secondo caso la Francia si scontra con Riad. Se si limita a una spedizione punitiva Parigi conserva le lucrose relazioni con la monarchia saudita, principale cliente degli armamenti francesi che questanno, con lacquisto di reattori nucleari per 12 miliardi di dollari, ha salvato lAreva dal fallimento.
Ecco cosa significa la Saudi Connection, una delle molteplici ragioni perché la guerra al Califfato finora è stata frenata da un mix di affari militari, petrolio e investimenti esteri di uno Stato dove si applica la sharia più duramente di qualunque altro posto al mondo, tranne naturalmente il Califfato di Al Baghdadi”.