“I finanziamenti diretti all’editoria nascono col Fascismo. Nel 1935, al fine di integrare le imprese editoriali nell’ideologia del regime il Fascismo istituzionalizzò lEnte Nazionale Cellulosa e Carta, la cui attività tendeva essenzialmente allo sviluppo autarchico del mercato interno delle materie prime, mediante sovvenzioni volte ad integrare il prezzo della carta destinata alla produzione di giornali quotidiani. LEnte è stato poi soppresso nel ’94, ma i soldi ai giornali sono continuati ad arrivare regolarmente e sempre in maggiore quantità. Pensate, solo tra il 2003 e il 2015 sono stati stanziati complessivamente circa 1,5 miliardi di euro in favore degli editori.
Con il Governo Monti, che interveniva in uno dei momenti di più profonda crisi economica della storia del nostro paese, si era stabilito un termine, nel 2014, al modello dei finanziamenti diretti e si era avviata con un ddl delega la riforma del sistema di contribuzione statale. Da Monti in poi in Italia si sono susseguiti due governi del Pd, nessuno dei quali eletti dal popolo, che non hanno provveduto al riordino della materia ma ovviamente si sono preoccupati di non lasciare senza soldi gli amici editori e per loro hanno ideato il Fondo straordinario per gli interventi di sostegno alleditoria che riserva rispettivamente 50, 40 e 30 milioni dal 2014 al 2016.Insomma, dal Ventennio ad oggi ne è passato di tempo, ma il rapporto tra i Governi e gli editori non è mutato affatto: io, Governo, ti pago e tu, editore, mi fai propaganda! Con buona pace della libertà di stampa.
La conferenza dei capigruppo della Camera ha stabilito per lunedì 28 settembre l’inizio della discussione della nostra proposta di legge per l’abolizione dei finanziamenti all’editoria con la quale tenteremo finalmente di porre fine a questo spreco di denaro pubblico”.
Giuseppe Brescia, M5s Camera
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