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La propaganda UE ci costa miliardi di euro all’anno

beppegrillo.it - Settembre 12, 2015

da Vocidallestero – BreitBart riporta i risultati di uno studio di Business for Britain, che rivela come l’UE spenda annualmente miliardi di euro di soldi pubblici per attività propagandistiche di auto-promozione, in certi casi rivolte perfino ai bambini. Questo è inammissibile, particolarmente in un momento in cui si chiede agli Stati membri di stringere il bilancio. I britannici, dal canto loro, sono specialmente preoccupati che Bruxelles possa fare propaganda inopportuna in vista del loro referendum sulla permanenza in UE.

di Donna Rachel Edmunds, 11 agosto 2015

“Secondo una recente ricerca, lo scorso anno Bruxelles ha speso più di mezzo miliardo di sterline [oltre 650 milioni di euro, NdT] direttamente per la promozione dell’UE, tramite spese di pubblicità e comunicazione. Inoltre, altri 3,1 miliardi di sterline [oltre 4 miliardi di euro, NdT] sono stati inclusi in un budget che prevede un fondo per le spese promozionali. Si tratta di un notevole rialzo rispetto all’ultimo dato di questo tipo, che indicava che nel 2008 la cifra era di 1,9 miliardi [circa 2,5 miliardi di euro, NdT].

Il dato, rivelato da Business for Britain in un recente report, include anche 100.000 sterline [oltre 130.000 euro, NdT] per fumetti e libri per bambini rivolti a promuovere l’UE anche tra i più piccoli, il che porterebbe ad accuse di “propaganda” e “indottrinamento“.

Il gruppo di lavoro è arrivato a questo numero passando meticolosamente in rassegna il bilancio UE del 2014 riga per riga. Nel farlo, hanno trovato che € 664.099.133 erano stati spesi in ciò che veniva definita “spesa primaria”, da cui i fondi venivano usati direttamente per l’auto-promozione.

Altri € 2.097.541.229 erano stati assegnati a spese secondarie, da utilizzari sia per attività promozionali che per altri elementi, e altri € 1.116.520.243 erano stati assegnati a un fondo che “potrebbe” essere usato per “auto-promozione“.

Di questi soldi, quasi 443 milioni di euro sarebbero arrivati dal Regno Unito, tramite i contributi per il bilancio UE.

Un portavoce di Business for Britain ha sottolineato che il denaro utilizzato per pagare fumetti e cartoni animati per bambini provenivano da un altro budget che non era incluso nella categoria “primaria”. “Ciò dimostra che attività di vera e propria ‘propaganda’ UE possono essere effettivamente finanziate anche tramite bilanci classificati come ‘secondari’ e ‘terziari’“, ha commentato.

Il materiale per bambini, disponibile in 23 lingue diverse, spiega ai più piccoli i motivi per i quali l’UE dovrebbe essere sostenuta e supportata. Secondo il Times, in un fascicolo c’è un ragazzino che dice ai suoi compagni: “Mio padre dice che l’Europa è uno spreco di soldi“. Ed è subito corretto dalla insegnante, che lo informa che l’UE spende i suoi 101 miliardi di euro di bilancio “in modo molto oculato“. L’insegnante poi aggiunge che solo l’uno percento viene perso in truffe, mentre il 94 percento viene speso direttamente per migliorare la vita dei cittadini.

Il vice capogruppo dell’UKIP, Paul Nuttal, ha chiesto che il fumetto venga bandito. “La Legge sull’Istruzione del 1996 chiarisce che il perseguimento o la promozione di opinioni politiche di parte sono severamente vietati nelle scuole“, ha detto. “I bambini dovrebbero essere liberi di studiare senza venire indottrinati“.

Ha aggiunto che è ridicolo affermare che il bilancio dell’UE viene speso bene, dicendo “Non si capisce proprio perché i conti dell’UE non siano stati cancellati per ben 19 anni“.

La Commissione Europea però ha difeso il fumetto e il resto del materiale promozionale, dicendo di avere il dovere di informare i cittadini sulle proprie politiche. Una portavoce della Commissione ha aggiunto che le accuse di propaganda sono “ridicole“.
Eppure in altri contesti la stessa Commissione è sembrata ammettere che i propri materiali promozionali vadano in effetti oltre la semplice comunicazione di fatti neutrali. Nella sua strategia comunicativa, la Commissione dichiara di ritenere che “la neutra informazione fattuale è, ovviamente, necessaria, ma da sola non è sufficiente“.

Ad ogni modo, la promozione delle politiche dell’UE è un obiettivo che la Commissione prende evidentemente molto sul serio. Nel 2014 la Direzione Generale per la Comunicazione della Commissione Europea (DG COMM) ha ricevuto 246 milioni di euro per il proprio bilancio, che le ha permesso di impiegare un totale di 1.029 persone. Con una tale cifra, ha di fatto un bilancio superiore a quello dello staff della Direzione Generale per il Bilancio, o della Direzione Generale per il Commercio dell’UE.
Un portavoce di Business for Britain ha detto: “Gli impegni di spesa descritti in questo report rivelano come la dimensione delle spese dell’UE per questo ambito sia vertiginosamente cresciuta rispetto a quando l’organizzazione ha iniziato, a metà degli anni ’90, a mettere a bilancio spese per le campagne di ‘informazione’.

“Questi risultati sollevano quesiti sul ruolo che l’UE può giocare nell’influenzare gli elettori in vista dell’ormai vicino referendum sulla permanenza della Gran Bretagna in UE.

“Dato che negli ultimi anni l’UE sta espandendo in modo così ampio le voci di spesa per l’auto-promozione, è fondamentale che nel disegno di legge per il referendum sull’UE si includano opportune garanzie di sorveglianza per assicurarsi che gli elettori non subiscano influenze indebite durante la campagna per il referendum. Le organizzazioni che vogliono intervenire nel dibattito devono essere trasparenti nel dichiarare se hanno ricevuto un qualche finanziamento da parte dell’UE“.

Matthew Elliott, amministratore delegato di Business for Britain, ha detto: “Dato che il contribuente britannico sta versando sempre più soldi nel bilancio UE, è folle che Bruxelles butti via i nostri sudati guadagni in attività di propaganda per la promozione del progetto europeo.

“Indottrinare i bambini nelle classi scolastiche e finanziare le organizzazioni non-governative amiche dell’UE significa fare un uso completamente inopportuno dei soldi del contribuente, in un momento in cui si stanno tagliando i bilancio all’interno degli Stati membri.

“Quando il Parlamento discuterà il disegno di legge sul referendum per la permanenza nell’UE, questo autunno, è fondamentale che i parlamentari impediscano all’UE di spendere enormi somme per fare il lavaggio del cervello agli elettori al fine di influenzare il risultato“.”

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