di Paolo Ermani – Uno studio pubblicato da scienziati messicani ha stabilito che la tossina Bt (Cry1Ac), prodotta in innumerevoli vegetali OGM autorizzati per l’importazione nell’Unione Europea, può causare allergie. Ma l’Efsa, alla quale la Commissione UE ha chiesto di esaminare la ricerca, ha concluso invece che essa non fornisce alcun nuovo elemento di indagine e che soffre di alcuni difetti metodologici. A entrare in scena è stata allora anche l’associazione Testbiotech, che si è rivolta direttamente ai ricercatori messicani, i quali hanno replicato che l’Efsa non ha valutato correttamente dettagli cruciali dello studio.
Scrivono infatti gli autori: «Consideriamo la nostra pubblicazione come un contributo alla conoscenza degli effetti immunologici della tossina Cry1Ac e le nuove informazioni fornite non dovrebbero essere giudicate negativamente o sminuite solo perché sono rilevanti per la valutazione del rischio degli alimenti vegetali OGM».
«Le tossine Bt si trovano naturalmente solo nei batteri del terreno – spiegano dall’associazione Testbiotech – ma diverse di esse, come la Cry1Ac, vengono anche prodotte nelle piante geneticamente modificate, come il mais, il cotone e la soia, che producono batteri per contrastare l’infestazione da parassiti. Ci sono numerosi studi che indicano come tali tossine scatenino reazioni immunitarie. Lo studio messicano ora ha dimostrato per la prima volta che la Cry1Ac può essere assunta per via orale attraverso gli OGM e può scatenare reazioni allergiche a determinati dosaggi. Tale scoperta ha particolare rilevanza, dal momento che la UE sta autorizzando un numero crescente di piante che producono più di un tipo di tossine Bt; ciò porterà a una maggiore concentrazione nei cibi e nella catena alimentare. Peraltro, solo poche tossine Bt sono state studiate in merito al potenziale impatto sul sistema immunitario e gli effetti causati dalla combinazione di tossine diverse sono tuttora per lo più non studiati».
L’associazione Testbiotech ritiene che le dichiarazioni dell’Efsa sullo studio messicano siano basate su una prospettiva di parte. «L’Autorità per la sicurezza alimentare, per arrivare a conclusioni diverse dalla posizione espressa, avrebbe dovuto mettere in discussione le proprie precedenti valutazioni del rischio» spiegano dal gruppo.
Testbiotech punta, inoltre, a effettuare un’indagine più dettagliata su un caso che è stato portato davanti alla Corte Europea (il caso C-82/17P) e che riguarda la potenziale reazione immunitaria causata dalla Cry1Ac prodotta nei fagioli di soia geneticamente modificati “Intacta” (MON 87701 x MON 89788) prodotti alla Monsanto.
L’associazione fa poi appello alla Commissione Europea affinché utilizzi il proprio potere per stabilire standard significativamente più elevati per la valutazione del rischio e per la protezione della salute e dell’ambiente.
Per maggiori informazioni:
La replica degli scienziati messicani all’Efsa
Lo studio originale dei ricercatori messicani