di Gunter Pauli – Il mercato mondiale dei veicoli elettrici sta crescendo a ritmi impressionanti. Qualche dato per iniziare.
Nel 2008 c’erano poco meno di 10.000 unità, nel 2013 eravamo a circa 350.000, nel 2015 eravamo arrivati a più di un milione, mentre l’anno scorso, il 2017, abbiamo sfondato quota 2 milioni. Questo è ancora poco rispetto ai 2,6 milioni di auto ibride oggi in circolazione.
Nell’arco dei prossimi 10 anni i mezzi elettrici diverranno pian piano un bene di massa, si passerà così ad avere tra 9 e 20 milioni di mezzi in circolazione entro il 2020 e tra i 40 e 70 milioni entro il 2025.
La domanda di batterie cresce ad un ritmo sempre più rapido, tanto entro il 2020, questo mercato da solo potrebbe raggiungere un valore compreso tra i 30 e i 40 miliardi di dollari.
Toyota ha speso più di 5 miliardi di dollari per il programma ibrido, vendendo il 60% di tutti i veicoli di questo tipo in circolazione, mentre i giocatori minori come BYD (Cina), Tesla (USA) e THINK (Norvegia), si sono ognuno ricavati delle nicchie nel mercato emergente di veicoli elettrici, anticipando i grandi giocatori, che stanno (tutti) per andare in produzione di massa.
Il mercato principale è quello cinese, che costituisce più del 40% delle auto elettriche vendute nel mondo. Con oltre 200 milioni di auto ed oltre 300 mila bus elettrici, la Cina è al primo posto nel processo di elettrificazione dei trasporti. A seguire vi sono Stati Uniti ed Europa che insieme alla Cina totalizzano il 90% dei veicoli elettrici venduti attorno al mondo
Adesso cosa ci aspetta?
Le auto elettriche sono più costose. La batteria rappresenta quasi il 50% del costo totale. È pesante, con un raggio di guida limitato, che rendono piuttosto difficile un rapido aumento dell’efficienza. La batteria più innovativa prodotta da ELIIY, controllata da Daiwa House (Giappone), ha dimostrato di durare 10 anni, con solo una perdita di ritenzione del 20% in un decennio. Il produttore offre una garanzia di riciclaggio al 100%.
Tuttavia, questo sistema altamente performante non è nemmeno disponibile sul mercato per le automobili. Per il momento, la batteria ELIIY viene utilizzata esclusivamente in ambienti domestici.
Ma ecco che arriva qualcosa di inaspettato.
Javier Morales, vicepresidente del governo locale di El Hierro, una piccola isola di soli 10.500 abitanti al largo delle coste dell’Africa, parte delle Isole Canarie, ha avuto un’idea.
Ha studiato le possibilità di convertire l’intero parco auto di 6.000 veicoli in elettrici, e si è reso conto che la svolta necessaria è l’uso creativo dei finanziamenti.
Si è ispirato alla città di Chattanooga che già nel 1994 aveva optato per il trasporto con autobus elettrico. Così ha progettato un approccio innovativo, che non solo rende le auto elettriche più economiche da acquistare, ma anche la conversione dal trasporto fornisce un’ulteriore spinta all’economia locale.
L’isola ha deciso di sostituire la spesa annuale di circa 10 milioni di dollari per i combustibili fossili, in un investimento di capitale in energia eolica, strategicamente sostenuta da accumulatori. Le quattro ex stazioni di servizio sono state trasformate in stazioni di stoccaggio elettrico per dare stabilità alla rete elettrica alimentata dall’energia eolica (10,5 MW operativi a maggio 2011).
Tutta la potenza in eccesso dei generatori converte prima l’acqua marina in acqua potabile (in funzione), che viene poi pompata fino a un vecchio cratere, trasformato in un gigantesco serbatoio (maggio 2011), che genererà energia idroelettrica supplementare nei momenti di picco di consumo. Il sistema fornisce energia elettrica a basso costo per alimentare le batterie.
É abbastanza semplice, ma nessuno ci aveva pensato.
La società elettrica locale, in maggioranza di proprietà dell’isola, controlla l’attività. Le batterie non vengono vendute con le auto, ma fanno parte del sistema di back-up per la rete. Questo riduce il costo di acquisto per ogni proprietario di auto.
Ogni proprietario di auto paga una quota settimanale di 12 dollari, per sostituire la batteria in una delle quattro stazioni di ricarica, che sono i vecchi distributori di benzina. Questo canone settimanale genera oltre 70 milioni di entrate, sufficienti per finanziare l’intera operazione.
Ovviamente parte della facilità del progetto è stata data dal fatto che si tratta di una piccola cittadina. Il tragitto massimo attraverso l’isola e viceversa è di soli 50 chilometri, così le batterie sono più piccole, leggere e facili da sostituire. Non è necessario installare stazioni di ricarica pubbliche o domestiche.
Ma questo vuol dire che tutte le piccole cittadine nel mondo potrebbero fare lo stesso. E la maggior parte dei centri abitati non è popolato da milioni di persone, ma da poche migliaia.
E non è finita qui.
Javier si rese conto rapidamente che questa operazione lo trasformò nel più grande acquirente singolo di auto elettriche del mondo. Questo generò altri sconti e opportunità.
Soprattutto il fatto che il flusso di denaro generato stimola l’economia locale, creando un ampio portafoglio di opportunità aggiuntive, che trasformano quest’isola in un luogo attraente in cui vivere.