Qualunque sia lo schema, se in campo ci sono dei brocchi, la sconfitta è certa. E se giocano fuori ruolo. Il centravanti da portiere, il mediano da regista. La sconfitta si trasforma in un disastro.
Il programma non basta, è necessario che gli elettori conoscano la squadra di governo. Prima di votare. Se Prodi avesse detto che le riforme della Giustizia le attuava Mastella avrebbe perso le elezioni. Il cittadino, preso per il c..o, avrebbe optato per Castelli o, in preda a conati di vomito, si sarebbe astenuto. Per evitare situazioni imbarazzanti è sufficiente dare, in tutta trasparenza, durante le elezioni, la lista dei ministri. PRIMA ai cittadini e POI al presidente della Repubblica. I datori di lavoro non sarebbero più gli ultimi a sapere e a essere cornificati.
Il problema non è solo politico, ma anche di competenze. I migliori al governo non deve essere una bestemmia. Ai posti ministeriali vanno invece, sempre, i fedelissimi di partito. Gentiloni è lì perchè lo ha voluto Rutelli. La Turco e la Melandri sono di nomina dalemiana. La confusione è tale che la squadra la fanno gli allenatori in seconda e non il presidente del Consiglio. Noi, dagli spalti, guardiamo una squadra impresentabile, senza giocatori di ruolo. E perdiamo, perdiamo sempre. Ultimi in classifica in Europa.
Quali sono le credenziali di Fioroni, Santagata, Pollastrini, Lanzillotta, De Castro, Chiti e Mussi? Le parentele? Le correnti? Il collegio elettorale? E a noi cosa ce ne frega? Giochino nel cortile di casa del partito. Il cittadino ha il diritto di scegliere chi decide del suo futuro. Basta sorprese. Basta brutte sorprese. RESET!
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