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Il Supercapitalismo è un tirannosauro in libertà incontrollata. La sua gabbia si è spalancata in modo definitivo con il crollo del Muro di Berlino il 9 novembre 1989. Da allora non ha più limiti, è diventato bulimico, divora quel che resta delle socialdemocrazie senza sosta. E cresce, cresce anno dopo anno. Il World Trade Organization (WTO) è nato nel 1995, sette anni dopo. Vi aderisce il 97% delle nazioni mondiali, ha l’obiettivo di abolire ogni barriera tariffaria al commercio internazionale per tutto : beni commerciali, servizi, proprietà intellettuali. La produzione si è delocalizzata ovunque nel mondo dove il costo del lavoro è più basso perché mancano controlli sulla sicurezza, diritti sindacali, tutela per l’ambiente. E spesso gli stessi diritti minimi con l’arruolamento sotto le bandiere del profitto di schiere di bambini schiavi.
Le multinazionali hanno incassato i guadagni del Supercapitalismo, hanno protetto il loro TRex attraverso i media che ne hanno decantato, e ne decantano le virtù, e demonizzato i no-global. Il mercato e la democrazia si sono fusi, come se l’uomo fosse, egli stesso, diventato un prodotto in scadenza. Le conquiste di generazioni di persone per ottenere uno Stato sociale (che altro può essere uno Stato se non sociale?) sono state cancellate, e quelle che rimangono ancora sono trasformate senza sosta in disservizi per la gloria del TRex come è avvenuto per l’acqua pubblica: “Gli acquedotti non funzionano? Diamoli ai privati!“. Meno Stato, più Mercato.
Si può controllare un TRex affamato? Il suo stomaco è il pianeta. I derivati, i futures, gli swap hanno potuto infettare per quasi un ventennio le banche mondiali nell’indifferenza degli organi di controllo degli Stati e delle organizzazioni internazionali. Un nuovo 1929 che è iniziato, ma non è ancora finito. Gli Stati sono diventati mercanti, fabbricanti di illusioni ottiche, specialisti del debito. Decine di Stati sono già falliti, altri seguiranno. Per il momento, per tranquillizzare il TRex, si fabbrica nuovo debito che si aggiunge al debito. Un controsenso.
L’Italia nel suo piccolo non si sottrae al banchetto. Le immagini di Gianni Agnelli e Luciano Lama sembrano fotomontaggi. Marchionne e Rinaldini sono due rette parallele, non potranno mai incontrarsi. Marchionne ricatta il Governo, e può farlo, legittimamente, il TRex è alle sue spalle per proteggerlo. La Serbia e la delocalizzazione a 400 euro al mese per operaio lo aspettano. Il Supercapitalismo è un eccesso, morirà di sé stesso e sarà sostituito da un altro eccesso uguale e contrario. Questo, come è ovvio, se non moriremo prima noi.