La buona notizia è che l’indice della povertà in Italia per l’ISTAT è stabile. Sono in aumento i suicidi da disoccupazione e i furti nei supermercati. Ma l’indice tiene. Chi ha investito nella povertà (degli altri) non ha perso neppure un euro del suo capitale, anzi ci ha pure guadagnato. Due milioni e 657 famiglie italiane sono povere, sopravvivono come possono. Corrispondono a sette milioni e 810 indigenti. Il prossimo anno è prevista una crescita sostenuta di qualche centinaio di migliaia. Quindi indice stabile, ma con outlook in crescita. Tremorti sta preparando nuovi titoli di Stato, dopo quelli sul debito, ancorati a disoccupazione, povertà e cassintegrazione. Indici in felice controtendenza rispetto alla Borsa. In crescita sicura. Dopo i titoli di Stato, i titoli dei morti fame. Due sicurezze!
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