La stampa italiana, da sempre con la museruola, oggi si è messa anche il bavaglio. Lo ha fatto per protestare contro la legge bavaglio. E’ come se uno stupratore protestasse con uno stupro in piazza. Un serali killer con un omicidio plurimo. Un ladro con una rapina in banca. E’ una bella giornata di luglio. L’aria è più leggera senza carta inchiostrata di balle a ogni angolo di strada, non trovate? Sono così d’accordo con questo sciopero che lo replicherei 365 giorni all’anno. I giornali sono finanziati dalle nostre tasse, senza chiuderebbero. E’ quindi corretto che al giorno di sciopero corrisponda una trattenuta di un 365simo del finanziamento anno. A cosa servono i giornali? A influenzare l’opinione pubblica per conto dei loro proprietari e a inviare messaggi mafiosi alla bisogna. I giornali non vanno confusi con l’informazione. Giornali e informazione sono incompatibili. Dove ci sono i primi, non c’è la seconda. La vera informazione in questi anni l’hanno fatta i blogger, la Rete, i siti di controinformazione, non certo la Repubblica di Scalfari o il Corriere di De Bortoli o l’Unità del pdimenoelle. I giornali sono superati dalla Rete, come a suo tempo il pony express dal telegrafo. Per pubblicare un articolo bisogna mettere d’accordo gli interessi degli azionisti espressione delle lobby, il consiglio di amministrazione, la direzione, il comitato di redazione, il capo redattore e poi si digita sulla tastiera il nulla (nel migliore dei casi) o un testo promozionale. Dov’è la libertà di espressione? Qualcuno nel gruppo l’Espresso ha mai fatto un’inchiesta sul fallimento dell’Olivetti imputabile a Carlo De Benedetti? O sul Corriere della Serva è mai apparso un’editoriale contro Tronchetti Provera MENTRE era presidente di Telecom Italia? I giornali stanno morendo come le mosche d’inverno, sopravvivono solo grazie al calore del finanziamento pubblico (*). Libero, il Foglio o il Riformista sparirebbero in una notte senza le nostre tasse. Il massimo attacco politico a Berlusconi sono state 10 domande sulla sua vita sessuale. Al processo Mills, Bassolino, Dell’Utri alla prima udienza c’era solo un blogger, Daniele Martinelli, i giornali erano in silenzio ossequioso. L’informazione la fanno i cittadini. L’albo dei giornalisti va abolito. Tutti siamo giornalisti. Un albo creato da Mussolini per controllare la stampa di regime oggi non è più necessario, ogni giornalista in carriera ha (già di suo) un ferreo autocontrollo. Dov’eravate, giornalisti dei miei stivali quando il blog denunciava gli omicidi Aldrovandi, Rasman, Bianzino, Gatti anni prima che ne scriveste in modo timido e riservato? Eravate forse sotto la scrivania del direttore a fargli un servizio alla Levinski invece di sostenere il referendum per l’abolizione della legge Gasparri del secondo Vday? Lo sciopero di oggi mi ricorda il suicidio di massa dei lemmings, incrociamo le dita. speriamo che abbia un grande successo.
(*) Con l’eccezione del Fatto Quotidiano che ha rifiutato i finanziamenti pubblici
Comments are closed.