Sergio, guarisci presto! A tutti la raccomandazione di guidare con prudenza.
“Caro Beppe, il motivo che mi porta a scriverti non è forse tra quelli per te abituali. Mio figlio Sergio, tuo sostenitore sfegatato, è in terapia intensiva presso la rianimazione di Spezia. era seduto dietro in macchina, guidava un suo caro amico d’infanzia, Michele, con il quale era andato a cena, assieme a mio nipote, 27 anni, che sedeva a fianco di Mic. Altre macchine seguivano e altre erano più avanti. Era mezzanotte, stavano andando verso il centro di Spezia percorrendo una strada collinare che collega la Valdurasca alla città. Michele era astemio, niente vino o birra, abitava proprio in zona. Forse per un malore o un eccesso di confidenza….. una curva non vista, una correzione tardiva di traiettoria e la macchina è volata giù, superando una fila di olivi, sradicandone uno e finendo a tetto in giù su un olivo e un melo più in basso. Mio nipote, seduto al fianco di Michele ha tirato fuori Sergio, che non riusciva a muoversi, provando poi con Michele…. niente. I soccorsi sono arrivati presto, i vigili del fuoco hanno iniziato a lavorare su quella macchina capovolta. Il tempo è passato, Michele ora non c’è più. Sergio sta meglio, ma l’elenco delle criticità è lungo: lacerazione al fegato, versamento polmonare e renale, fratture al bacino e all’acetabolo, una clavicola fratturata. Il pericolo di vita è rientrato, sotto osservazione rimangono le emorragie interne, le fratture preoccupano ma in modo secondario… vorrei che gli potessi mandare una parola di conforto, fargli una sorpresa. Ancora non sa di Michele, una psicologa lo sta seguendo per prepararlo alla notizia. Sul Secolo del 6 aprile (cronaca di Spezia) c’è un articolo che può completare quanto ho scritto. Spero tu possa esaudire il mio desiderio. Comunque un abbraccio sentito ed un incoraggiamento a continuare così.” corrado la rocca
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