Domani finiscono le vacanze. Termina il lunghissimo ponte, anche per la politica, iniziato prima di Natale. Al rientro non ci sono più le ansie collettive che accompagnavano i rientri di massa del passato. Infatti di cosa dovremmo preoccuparci? L’elenco dei problemi è così lungo da renderci indifferenti. Troppi per affrontarne anche uno solo. Il funerale dell’Italia si è consumato, in diretta dal Parlamento, il 14 dicembre 2010, poi la maggior parte degli italiani si è messa il cuore in pace. Aspetta gli eventi. L’italiano intuisce sempre dove soffia il vento e ha capito che non esiste un’alternativa parlamentare a Berlusconi e di fare la rivoluzione per sostituirlo non ha alcuna voglia. Vuole vivere così, con il viso al sole, nella coscienza dell’ineluttabile. Nel frattempo tutto gli scivola addosso. Berlusconi non lo interessa più e neppure le opposizioni di cartone e i loro cani di paglia che abbaiano alla luna. Domani è un altro giorno e quello che verrà, verrà. Que sera, sera.
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