Se un italiano qualunque fosse indagato dalla Procura di Palermo in merito alla trattativa Stato mafia e telefonasse al Quirinale, qualcuno forse gli risponderebbe? Se poi, anche con una certa insistenza, miracolosamente, riuscisse a chiedere consigli direttamente o indirettamente a Napolitano in merito alle accuse che gli vengono mosse, gli verrebbe data retta? O verrebbe invece dissuaso da un pronto intervento delle Forze dell’Ordine? Oppure, come dovrebbe essere scontato, il Quirinale chiamerebbe i magistrati raccontando per filo e per segno le richieste improprie ricevute?
Se l’italiano al telefono si chiama Nicola Mancino, ex ministro degli Interni al tempo dell’assassinio di Paolo Borsellino (che uscì dal suo ufficio sconvolto dopo la sua ultima visita) c’è per lui un apposito numero verde, un call center presidenziale e una consulenza giuridica su misura.
Perché Mancino ha goduto di questo trattamento di favore? Si è passati forse dall’offerta che non si può rifiutare alla telefonata che non si può rifiutare? Al Quirinale non sentono i boom dei movimenti, ma, se chiama Mancino, sentono benissimo i trilli del telefono. Questo via vai di telefonate ha alimentato nell’opinione pubblica italiana un certo sospetto che è diventato gigantesco da quando Napolitano ha iniziato a battersi come il Berlusconi dei tempi d’oro per distruggere i nastri delle conversazioni quirinalesche. I giudici hanno già dichiarato che non c’è nulla di penalmente rilevante e, allora, perché non renderle pubbliche? Gli italiani hanno il diritto di sapere cosa si sono detti un indagato e il presidente della Repubblica (anche se discorrevano di bocce). Napolitano ha il dovere di far pubblicare le intercettazioni. Anche per sé stesso. La gente mormora, chissà cosa sta pensando (male) di lui. Non bastano le intemerate di uno Scalfari o un De Mauro e neppure il silenzio cimiteriale del pdmenolelle per evitare basse insinuazioni che Napolitano sicuramente non merita.
“Pronto chi parla? Sono Grillo, signor presidente, avrei una multa per sosta vietata, può aiutarmi?“
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