Ieri ho pubblicato in forma anonima parte di una conversazione di alcuni consiglieri del M5S con critiche al mio operato. Trasparenza avrebbe voluto che discutessero del M5S in pubblico, qualunque fosse la loro opinione. Nessuno, in seguito, si è fatto vivo con me o pubblicamente tranne uno di loro che mi ha inviato la discussione completa, che io comunque non pubblicherò. Credo che i consiglieri debbano ai loro elettori l’uscita dall’anonimato. Per un MoVimento che ha mandato le telecamere nei consigli comunali con l’operazione “Fiato sul collo” è il minimo sindacale.
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