Il Trentino dimostra che la cura può davvero arrivare vicino alle persone. Una ricerca pubblicata su Journal of Cardiovascular Development and Disease ha seguito 211 pazienti con scompenso cardiaco grazie all’app TreC Cardiologia integrata nella piattaforma TreC+. I risultati mostrano un miglioramento evidente per la salute e per la vita di queste persone.
Nata dalla collaborazione tra l‘Unità Operativa di Cardiologia dell’Ospedale Santa Maria del Carmine di Rovereto dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari, e la Fondazione Bruno Kessler, la ricerca ha mostrato come, per il gruppo monitorato, la percentuale di ricoveri per scompenso cardiaco sia scesa dal 25,6% al 4,7%.
Meno accessi in ospedale significa meno stress per i pazienti e un sistema sanitario più leggero e capace di concentrare l’attenzione su chi ne ha realmente bisogno.
Grazie al monitoraggio a distanza si è registrata anche una riduzione delle visite ambulatoriali. La comunicazione tra paziente, infermiere e cardiologo è continua. Se qualcosa cambia nella pressione o nel peso o negli altri parametri rilevati dall’app l’equipe può intervenire rapidamente con un contatto telefonico o un appuntamento in presenza solo quando serve davvero.
Il progetto ha permesso di ampliare la presa in carico da parte della cardiologia di Rovereto. Secondo i responsabili del progetto il servizio di cardiologia è passato dal seguire circa 300 pazienti a oltre 800 pazienti con scompenso cardiaco grazie all’introduzione del telemonitoraggio.
Questa innovazione è particolarmente importante in una realtà come il Trentino. Le distanze dagli ospedali e la presenza di molti piccoli centri rendono difficile per chi è fragile spostarsi spesso per controlli. La tecnologia diventa quindi uno strumento di equità sociale portando la cura dove la vita non permette di raggiungerla facilmente.
Le malattie del cuore restano una delle sfide più grandi per la salute pubblica. In Europa rappresentano ancora tra le principali cause di morte. Lo scompenso cardiaco in Italia interessa circa l’1,7% della popolazione e in particolare gli over 65 subendo un aumento progressivo negli ultimi anni a causa dell’invecchiamento generale.
Questo studio mostra che i numeri possono cambiare. Quando la sanità decide di investire nell’organizzazione e nella prossimità la qualità della vita delle persone migliora. Con un progetto come TreC Cardiologia le visite inutili diminuiscono il rapporto tra paziente e medico si rafforza la cura diventa più umana e più efficiente allo stesso tempo.
Il Trentino ha cosí dimostrato che è possibile, perché dunque non estendere questo modello su tutto il nostro territorio?





