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Dall’iride all’impronta: la rivoluzione dell’identità biometrica

beppegrillo.it - Ottobre 7, 2025

Nei vasti spazi del campo profughi di Zaatari, in Giordania, è nato un esperimento che coniuga tecnologia e umanità. (Ne avevamo parlato anni fa qui). Un supermercato all’interno del campo utilizza il riconoscimento dell’iride per permettere ai profughi di pagare senza contanti. Chi presenta lo sguardo davanti al sensore conferma la propria identità e riceve beni alimentari. Questa modalità è integrata con un database governativo e un’infrastruttura ispirata alla blockchain, che registra le transazioni in forma immutabile e trasparente. Il meccanismo elimina la necessità di documenti cartacei, riduce i costi dei passaggi intermedi e consente ai beneficiari di accedere a risorse essenziali attraverso un semplice gesto, mostrare l’occhio.

In quell’ambientazione, i rifugiati che spesso non hanno documenti ufficiali vedono riconosciuta la loro identità grazie alla biometria, associando le operazioni quotidiane come acquisti alimentari o distribuzione di aiuti a un’identità digitale ben definita. Questo sistema permette che l’autenticazione avvenga direttamente al punto di servizio, senza dover esibire carta d’identità, passaporti smarriti o certificati ufficiali.

Quel che avviene in Giordania può ricordare, su scala nazionale, il sistema di identificazione biometrica attivo in India, chiamato Aadhaar. Qui ogni cittadino o residente ottiene un numero univoco di 12 cifre che è collegato a dati biometrici come impronte digitali e scansioni dell’iride e a dati demografici. Aadhaar è divenuto uno strumento centrale per la vita quotidiana, per aprire un conto bancario, ricevere sussidi dallo Stato, autenticarsi presso servizi pubblici e privati, registrarsi per utenze, accedere a prestazioni governative. In India, Aadhaar si usa come identificazione e come ponte digitale che consente ai cittadini di integrarsi nel sistema economico e amministrativo.

L’infrastruttura tecnologica che supporta Aadhaar è pensata per rispondere a milioni di richieste simultanee. Appoggiandosi a server centralizzati e reti di interfaccia, consente alle istituzioni di verificare in tempo reale che una persona sia chi dice di essere, attraverso biometria o metodi alternativi come un codice OTP, One Time Password. Il sistema è progettato per uso su vasta scala, con decine di milioni di connessioni giornaliere, aggiornamenti costanti sui dati biometrici e demografici e sincronizzazione tra i registri statali e locali.

Aadhaar può essere considerato, nella pratica, un documento d’identità digitale. Pur non sostituendo in tutti gli Stati del mondo i passaporti o le carte d’identità tradizionali, in India viene accettato come prova di identità e residenza per una gamma molto ampia di applicazioni, dall’attivazione di servizi alle richieste governative, fino alla verifica bancaria. In molti casi, chi deve autenticarsi o certificare la propria identità in India usa il numero Aadhaar piuttosto che documenti cartacei.

Nel sistema indiano, chi possiede un enrolment Aadhaar (registrazione iniziale) può modificare i propri dati demografici o aggiornare i dati biometrici se necessario. I server centrali registrano le modifiche e le distribuiscono alle varie entità che dipendono dal database. Attraverso questa struttura, l’identità digitale è sempre viva, il documento biometrico evolve, si aggiorna e sulla piattaforma si può verificare in tempo reale ogni eventuale richiesta o modifica.

L’analogia con il supermercato del campo profughi risiede nel principio di fondo, semplificare l’accesso ai servizi, eliminare l’uso di documenti cartacei, affidarsi alla biometria come ponte tra persona e servizio. In Giordania, la retina diventa mezzo per prendere beni essenziali, in India l’iride, le impronte digitali e altri elementi biometrici fungono da chiavi per accedere alla vita civile, pubblica ed economica.

Se nel contesto umanitario il riconoscimento dell’iride diventa mezzo per dare dignità e servizi a chi ne è privo, in India quell’idea è stata portata all’estremo. Un’identità digitale nazionale, usata da centinaia di milioni di persone, rende più veloci e affidabili molte operazioni quotidiane.

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