Jad Tarifi, fondatore del primo team di intelligenza artificiale generativa in Google e oggi a capo della sua startup Integral AI, in una intervista a Business Insider, ha dichiarato che le lauree specialistiche in giurisprudenza e medicina potrebbero presto diventare inutili.
Secondo Tarifi, mentre molti scelgono di proseguire gli studi per difendersi dall’avanzata dell’intelligenza artificiale, il rischio è di inseguire titoli che nel giro di pochi anni potrebbero perdere valore. “Nessuno dovrebbe intraprendere un dottorato se non è davvero ossessionato dal settore”, ha detto.
Il suo invito alla cautela riguarda soprattutto i percorsi lunghi e costosi, come quelli di medici e avvocati. “Il sistema medico si basa ancora sulla memorizzazione, ma molte di quelle nozioni diventano obsolete in fretta”, ha spiegato. Per Tarifi, impegnarsi in questi studi significa “buttare via anni della propria vita”. Un’affermazione che pesa, soprattutto considerando che lui stesso ha un dottorato in intelligenza artificiale: “Eppure non so come funziona l’ultimo microprocessore”, ha ammesso, a dimostrazione di quanto sia difficile restare aggiornati.
Anche per i percorsi di studio dedicati all’intelligenza artificiale, Tarifi non vede un futuro scontato. Al contrario, avverte che perfino settori come la robotica applicata all’AI potrebbero essere già “risolti” quando lo studente avrà completato il suo dottorato. L’unica eccezione, secondo lui, sono ambiti molto specifici e ancora in fase embrionale, come l’intelligenza artificiale applicata alla biologia.
Le sue parole richiamano, in parte, le dichiarazioni di Sam Altman, CEO di OpenAI, che ha descritto i sistemi di intelligenza artificiale come già “a livello di dottorato”. Per Altman in alcune attività specifiche, come l’analisi di grandi quantità di dati o la stesura di testi specialistici, la tecnologia mostra competenze paragonabili a quelle di chi ha alle spalle anni di ricerca avanzata. Un paragone che resta però molto controverso, perché un dottorato non è solo conoscenza tecnica ma anche capacità critica, creatività e produzione di nuovo sapere. Tarifi, pur con toni diversi, sembra condividere la convinzione che la tecnologia stia correndo a una velocità tale da superare i tradizionali percorsi accademici. Eppure, quando gli si chiede su cosa valga davvero la pena investire, la sua risposta é: “La cosa migliore su cui lavorare è quella interiore”, e suggerisce di meditare, coltivare le relazioni, imparare a conoscersi emotivamente.





