di Paolo Cellini – Vint Cerf è, insieme a Steve Jobs, il creatore di Internet così come lo usiamo tutti i giorni: Steve Jobs, nel 2007, ha inventato lo smartphone (I-phone) un telefono mobile che ci permette di accedere ad internet ovunque siamo. Lo smartphone è il prodotto di maggior successo di tutti i tempi: se ne vendono 1.5 miliardi ogni anno.
Vint Cerf, molto prima di Jobs, nel 1973, ha inventato lo standard che ha permesso ai computer di comunicare tra di loro (“protocollo” in informatichese) senza il quale non sarebbe esistito Internet. Senza questo standard (si chiama tcp/ip) lo smartphone di Steve Jobs non poteva esistere ed i 3,5 miliardi di persone che attualmente usano Internet (la metà della popolazione mondiale) non avrebbero potuto scambiare foto, documenti e messaggi come ognuno di noi fa quotidianamente .
Prima di Vint Cerf i calcolatori non riuscivano a scambiarsi informazioni in modo semplice ed automatico, non riuscivano a “parlare” tra di loro. Dopo l’invenzione di Vint, ognuno di noi può mandare, creare, cercare, ricevere informazioni di tutti i tipi in tutto il mondo e da tutto il mondo. Il frammentato e complicato universo delle informazioni personali, scientifiche, commerciali, di pagamento è diventato uno solo: quello universale, semplice, democratico di Internet.
Per questo Vint è chiamato e ritenuto, giustamente, in tutto il mondo “Il Padre di Internet”: è lui che lo ha fondato .
Ho conosciuto Vint Cerf 4 anni, ad una conferenza a Roma. Alla fine della Conferenza gli esposi i contenuti del corso in “Economia Digitale”, materia che insegno all’Università Luiss di Roma; molto cortesemente mi chiese di inviarglieli via mail. Dopo qualche giorno mi rispose entusiasta: riteneva di altissima qualità il materiale e che avrebbe approfondito con molto piacere.
Nel Giugno 2015, avevo terminato la redazione della versione inglese del mio libro sulla economia di Internet (“Internet Economics”) e così gli chiesi un giudizio . Sono seguiti molti mesi di sue revisioni critiche nonché richieste di precisazioni e modifiche. Ed una sua richiesta: scrivere un capitolo nuovo “Internet nello Spazio”.
Non ne sapevo nulla. Sotto la sua guida ho studiato per qualche mese ed ho scoperto che Vint aveva sviluppato uno standard specifico di Internet per le missioni spaziali delle Nasa, dove le enormi distanze dalla terra e la rotazione della Luna necessitano di tecnologie specifiche. Alla fine della stesura del capitolo gli avevo suggerito di co-attribuirne la paternità. Mi rispose di no e si propose di scrivermi la prefazione del libro. Fui molto colpito!
Ci siamo recentemente rivisti a Bologna poichè ospiti entrambi della Fondazione Marconi. Durante il nostro incontro ha voluto discutere di alcuni dei temi a lui cari, da sempre:
Come facciamo a portare tutta la popolazione mondiale su internet?
Oggi siamo a circa il 50% (circa 3.5 miliardi di persone): un successo senza precedenti nella storia della umanità, ma dobbiamo portare il prima possibile l’altra metà. Come facciamo?
Vint pensa che entro qualche anno (tra il 2022/24) raggiungeremo con relativa facilità i 5 miliardi di persone grazie alla diffusione sempre crescente degli smartphone (oggi circa 3 miliardi di persone li usano) ma per avere tutta l’umanità connessa abbiamo bisogno, a suo avviso, di nuove tecnologie (batterie, telecomunicazioni). Forse, ho commentato, avremmo anche bisogno di una nuova dichiarazione universale dei diritti dell’uomo: l’accesso a Internet è uno dei bisogni fondamentali dell’umanità ed anche di azioni per renderla reale.
Una delle caratteristiche eccezionali di Internet è che non ha bisogno di formazione: lo può usare anche un bambino. Infatti nessuno ha insegnato a 3.5 miliardi di persone come usarlo, eppure lo usano.
Quindi, oltre la tecnologia serve altro per rendere universale l’accesso. Anche l’azione dei Governi che dovrebbero favorire l’accesso ai più svantaggiati.
Altro tema importantissimo per Vint è sulle informazioni. Come facciamo a conservarle su Internet?
Vint è convinto che le foto archiviate su internet, più di 1.7 triliardi, (cioè tre miliardi di miliardi), i filmati e tutte quelle informazioni che ognuno di noi ha archiviato nel tempo, saranno cancellati o rimossi prima o poi per assenza di interessi economici alla loro conservazione (o semplicemente per raggiunti limiti di archiviazione gratuita, aggiungo io).
Per Vint abbiamo dinanzi a noi un futuro che chiama il “deserto digitale”. E’ un problema dalle implicazioni profonde: su Internet risiede la memoria storica del 50% dell’umanità e non sappiamo come fare a salvaguardare questo patrimonio immenso. Vint ha una soluzione provocatoria: stampate tutte le foto ed i documenti che sono importanti per voi. Non abbiamo nessuna certezza che Facebook, Google etc… conserveranno per sempre i nostri archivi privati e la nostra memoria.
Forse, ho aggiunto, si potrebbe anche pensare ad un diritto di ognuno di noi ad avere una “storia digitale privata” un diritto a conservare quei dati, quelle foto, quei filmati che contano per noi almeno per qualche generazione.
Avrebbe continuato a lungo con altri temi: accessibilità di internet nelle proprie lingue locali, come rendere internet resiliente alle catastrofi ambientali; della necessità di educare i bambini sin da piccoli a tutelare il proprio account, ma ci siamo dovuti fermare. Al prossimo incontro quindi!
Concludo consigliandovi la lettura di un breve articolo di Vint, scritto qualche tempo fa: “Internet is for Everyone”. E’ uno dei manifesti e dei lasciti più belli di questo secolo per le generazioni future per il profondo significato del suo enorme contributo. Da leggere assolutamente.
L’AUTORE
Paolo Cellini è manager di lunga esperienza internazionale, già Vice Presidente Strategy and Business Development presso la Walt Disney – Divisione Internet (Londra) e Direttore Business Development EMEA e Country Manager della Walt Disney – Divisione Interactive Games (Parigi). È stato Venture Partner in quattro fondi di Venture Capital (Club d’investissement media; 21 Nextwork; Innogest; LVenture). È stato docente di New Media presso l’École Supérieure des Télécommunications (Parigi) e ha insegnato Marketing strategico, Marketing dei servizi e Internet Economics alla LUISS (Roma).