Apri YouTube per la prima volta e un video su cinque che l’algoritmo ti propone è spazzatura generata dall’intelligenza artificiale (slop, diventata la parola dell’anno 2025). Contenuti poveri, ripetitivi e costruiti apposta per catturare attenzione e accumulare visualizzazioni. È quanto emerge da una ricerca condotta da Kapwing, società di editing video, che ha analizzato 15.000 dei canali YouTube più popolari al mondo, i primi 100 per ciascun paese. Il risultato rivela che 278 canali pubblicano esclusivamente materiale definibile come scarto dell’intelligenza artificiale.
Questi canali, messi insieme, hanno superato i 63 miliardi di visualizzazioni e raccolto 221 milioni di iscritti. Le entrate stimate arrivano a 117 milioni di dollari l’anno. Una vera e propria economia parallela fondata sulla saturazione dell’attenzione.
I ricercatori hanno creato anche un nuovo account YouTube per osservare il comportamento dell’algoritmo. Su 500 video consigliati nel feed iniziale, 104 erano spazzatura generata dall’IA e un terzo dei contenuti spiegava poco o nulla, puntando solo a trattenere lo spettatore. È quella che viene ormai chiamata “rovina cerebrale”, un flusso continuo di video progettati per monetizzare il tempo, non per informare o raccontare.
L’analisi fotografa un settore in rapida espansione che sta invadendo tutte le grandi piattaforme, da YouTube a Meta fino a X; contenuti senza contesto, facili da tradurre, identici in ogni lingua, pensati per funzionare ovunque, una produzione industriale dell’assurdo.
Secondo un’ulteriore indagine del The Guardian, quasi il 10% dei canali YouTube in più rapida crescita è già basato sull’intelligenza artificiale, milioni di visualizzazioni nonostante i tentativi della piattaforma di limitare i contenuti considerati non autentici, con diffusione globale. In Spagna i canali AI di tendenza raggiungono circa 20 milioni di follower, quasi metà della popolazione; in Egitto ne contano 18 milioni, negli Stati Uniti 14,5 milioni, in Brasile 13,5 milioni. Il canale più visto individuato dallo studio si chiama Bandar Apna Dost, ha sede in India e totalizza 2,4 miliardi di visualizzazioni, racconta le avventure di una scimmia antropomorfa e di un personaggio iper-muscoloso ispirato a Hulk che combatte demoni e vola su un elicottero. Secondo Kapwing potrebbe generare fino a 4,25 milioni di dollari l’anno.
Secondo Rohini Lakshané, ricercatrice su tecnologia e diritti digitali, il successo di questo tipo di contenuti nasce dall’assurdità, dagli stereotipi iper-mascolini e dall’assenza di una trama. Video che possono essere guardati in qualsiasi momento, da chiunque, senza bisogno di capire nulla.
Altri canali sembrano rivolgersi direttamente ai bambini. Pouty Frenchie, con sede a Singapore, ha superato i 2 miliardi di visualizzazioni raccontando le avventure di un bulldog francese che guida verso foreste di caramelle e mangia sushi di cristallo, sempre accompagnato da risate infantili in sottofondo. Le entrate stimate sfiorano i 4 milioni di dollari l’anno. Cuentos Facinantes, dagli Stati Uniti, usa storie animate simili e con 6,65 milioni di iscritti risulta il canale più seguito dello studio. Altri contenuti sfruttano tragedie reali. The AI World, con sede in Pakistan, pubblica cortometraggi generati dall’intelligenza artificiale sulle inondazioni nel paese, con titoli come Poor People, Poor Family o Flood Kitchen, accompagnati da musiche rilassanti per dormire. Il canale supera 1,3 miliardi di visualizzazioni.
YouTube non rende pubblici i dati complessivi sulle visualizzazioni annuali né sulla quota attribuibile ai contenuti generati dall’intelligenza artificiale. Dietro queste immagini surreali e inquietanti si muove però un’industria in crescita che usa strumenti di IA per sfruttare al massimo le piattaforme più potenti del pianeta.
Secondo il giornalista Max Read esistono gruppi numerosi su Telegram, WhatsApp, Discord e forum specializzati dove ci si scambiano idee, trucchi e corsi a pagamento per produrre contenuti abbastanza coinvolgenti da generare entrate. Molti creatori provengono da paesi con buona connettività ma redditi medi bassi, dove guadagnare su YouTube può significare molto di più di uno stipendio locale. Ucraina, India, Kenya, Nigeria, Brasile, Vietnam. Luoghi con accesso ai social media e poche alternative economiche.I programmi di monetizzazione non spiegano chiaramente chi viene pagato e quanto. Attorno a questi contenuti prosperano anche truffatori che vendono corsi e consulenze, spesso guadagnando più dei creatori stessi. Per alcuni resta comunque un modo per vivere. In questo sistema la creatività conta meno della capacità di intercettare l’algoritmo giusto. Le piattaforme funzionano come gigantesche macchine di test continuo. Tutto viene provato, replicato e moltiplicato. Quando qualcosa funziona, viene scalato all’infinito.
Un portavoce di YouTube ha dichiarato che l’intelligenza artificiale generativa è uno strumento che può produrre contenuti di qualità diversa e che l’obiettivo della piattaforma resta offrire video di alta qualità, nel rispetto delle linee guida della community, rimuovendo quelli che le violano.
Nel frattempo, l’algoritmo continua a imparare…e a nutrirsi della nostra attenzione.





