di Saverio Pipitone – Nel reparto delle offerte speciali c’è un prodotto deprezzato: la fionda di Davide. Ma solo al Conad! Acronimo di Consorzio Nazionale Dettaglianti, dal 1962 ad oggi, Conad è diventato un gigante della grande distribuzione organizzata con circa 3.175 tra ipermercati, supermercati, superette e discount, su 2 milioni di metri quadri, più 285 punti vendita ex Auchan in Italia che ha recentemente acquistato e sta riconvertendo, nell’ambito di un piano pluriennale di investimenti di € 1,2 miliardi, con un’operazione commerciale ed immobiliare realizzata insieme al gruppo di private equity e real estate WRM dello scalante finanziere Raffaele Mincione.
Il sistema Conad – con risultati di bilancio proforma di quasi 18 miliardi di fatturato aggregato e 19% di quota di mercato per una produttività media di € 6.500 a metro quadro – comprende 2.300 commercianti associati nelle cooperative Nordiconad, Conad Centro Nord, Pac2000A, Conad Adriatico, Conad Tirreno, Conad Sicilia, CIA-Conad.
Quest’ultima in particolare coordina oltre 230 punti vendita in Romagna, Repubblica San Marino, Marche, Veneto e Friuli Venezia Giulia, ed ha stanziato € 300 milioni per progetti di potenziamento tra cui i centri commerciali a Ravenna Via Antica Milizia come nuova apertura e a Cesena con il Montefiore in ampliamento.
Imperterrito oppositore all’ingrandimento del Montefiore è l’ecologista e blogger indipendente Davide Fabbri di Cesena, che CIA-Conad ha citato in giudizio in sede civile, chiedendogli un risarcimento danni pari a € 1 milione, per diffamazione a mezzo stampa. Sotto accusa sono delle espressioni – usate negli articoli per informare su un connubio fra politica e affari – che divergerebbero dal diritto di critica.
Lascio a lui la parola per raccontarci la vicenda: «Sono state estrapolate una serie di frasi – sicuramente taglienti nei toni, però mai offensive e sempre basate sui fatti – da un’inchiesta di una quindicina di articoli che ho scritto nell’arco di due anni (2014-2016) per contrastare la realizzazione di un nuovo Ipermercato Conad (raddoppio delle superfici del centro commerciale esistente “Montefiore”) che andrà a stravolgere il piano urbanistico-commerciale di Cesena, voluto da Paolo Lucchi del PD, durante il mandato di sindaco (2009-2019), con patto di scambio per la costruzione della nuova Caserma dei Carabinieri. Praticamente, attraverso un accordo di programma in variante al PRG, seguito ad un avviso pubblico, CIA-Conad sta realizzando (i lavori sono attualmente in corso) a proprie spese la nuova Caserma su un terreno di sua proprietà, per poi cederla gratuitamente al Comune il quale incasserà il canone di affitto dall’Arma. In cambio, è stata modificata la destinazione d’uso di alcuni terreni di CIA-Conad da residenziali a commerciali, fornendo altresì il permesso di costruire, su tali terreni, di una nuova grande ala per il Montefiore. Legittimo raccontare, per meglio capire, che l’ex sindaco Paolo Lucchi è amico intimo e personale di Luca Panzavolta, amministratore delegato di CIA-Conad: d’altronde tale fatto è notorio in città per stessa reiterata ammissione di entrambi. Paolo Lucchi (ex dipendente in aspettativa di Confesercenti durante i 10 anni da sindaco di Cesena) ora è diventato l’amministratore delegato di Federcoop Romagna, struttura di riferimento della LegaCoop Romagna per i servizi alle imprese. Devo aggiungere un altro fatto: dopo avere reso di dominio pubblico nel luglio 2016 la citazione milionaria nei miei confronti, Paolo Lucchi scrisse una lettera aperta ai giornali locali, nella quale si rivolgeva a me con un tono pretestuosamente conciliante e magnanimo, per chiedermi in maniera esplicita di smettere di scrivere articoli e inchieste incentrate sui centri di potere del territorio, quei poteri forti che condizionano le scelte politiche, quegli intrecci incestuosi fra politica ed economia. In pratica il sindaco mi chiedeva di smettere di essere quello che sono. Testualmente mi scrisse:“Se smetti di parlare di me e di Luca Panzavolta, non ti querelo”. Evidentemente dà fastidio che si raccontino quei fatti. Mi viene da pensare che la citazione per l’ipotetica diffamazione sia più che altro un pretesto. In tutta questa vicenda ho sempre esercitato – e continuerò a farlo – il diritto di critica politica e informativa. Così come prevede la nostra cara Costituzione».
Il duo Lucchi/Panzavolta è riuscito pure a fare costruire e aprire nel 2011 il centro commerciale Conad di Ponte Abbadesse a Cesena nella zona di silenzio tra il cimitero Urbano e il monastero di clausura Corpus Domini, nonostante le lettere di protesta delle stesse suore, esposti e petizioni di cittadini, ed il ritrovamento dei resti di un antico sepolcro romano.
Nei progetti di pianificazione urbanistica, autorizzati e condivisi dagli enti pubblici, dalla Regione al Comune, previo accordo con l’imprenditoria, è un optional coinvolgere e ascoltare uno dei fondamentali stakeholder, cioè la comunità locale, che potrebbe vigilare e intervenire sulle questioni di cementificazione e stravolgimento territoriale.
In Italia il consumo di suolo per coperture artificiali, sia nel 2017 che nel 2018, è intorno ai 50 chilometri quadrati, pari alla superficie di Bolzano o La Spezia, per una velocità media di trasformazione di 14 ettari al giorno, con un trend che, se permane e cresce, porta ad una stima di logorio da 1.500 fino ad 8.000 km2 entro il 2050, ripercuotendosi negativamente sui servizi ecosistemici quali produzione agricola e di legname, impollinazione, disponibilità acqua, regolazione microclima e regime idrologico, protezione dall’erosione, qualità habitat o biodiversità (dati ISPRA).
Quando poi ad ammantare i terreni sono le ampie strutture commerciali, spesso non necessarie, il centro storico muore: negli ultimi 10 anni in 120 popolose città italiane hanno chiuso 70.000 negozi (dati Confcommercio).
Ed è contro tutto questo che Davide Fabbri lotta con le armi del giornalismo investigativo, smascherando l’avidità del potere: dalle responsabilità del crack della Cassa Risparmio Cesena alle ombre gestionali del Consorzio Bonifica Romagna, dai calpestati diritti dei lavoratori negli stabilimenti dell’avicolo Amadori e del fitness Technogym al delirante progetto del megacentro logistico in area agricola nel cesenate dell’insegna distributiva Arca, solo per citarne alcuni.
Adesso attende l’imminente sentenza, con preoccupazione perché in caso di condanna è impossibile risarcire la spropositata cifra, però impavido e senza nessuna intenzione di asservirsi all’obbrobrio.
L’AUTORE
Saverio Pipitone – Giornalista pubblicista e redattore economico-finanziario. Autore di articoli di varie tematiche, dalla critica economico sociale alla storia, dall’ecologia al consumismo. Oltre a Pesticidi a tavola, ha scritto i libri Shock Shopping La malattia che ci consuma (Arianna Editrice) e Forno a Microonde? No Grazie (Macro Edizioni). Blog: saveriopipitone.blogspot.com