di Paolo Bernini – Ogni anno, si stima che decine di migliaia di cuccioli vengano importati illegalmente dall’Est Europa. Acquistati a pochi euro da trafficanti senza scrupoli e poi rivenduti, anche nel nostro paese, a cifre esorbitanti. Secondo alcune organizzazioni animaliste, questo fenomeno potrebbe riguardare oltre 100.000 cuccioli. Questi animali sono spesso vittime di gravi maltrattamenti e vengono trasportati in condizioni deplorevoli, stipati nei bauli delle auto, senza acqua e senza cibo, tra sofferenze indicibili e un alto tasso di mortalità.
Fermare il traffico di cuccioli in Europa significa non soltanto mettere un punto al maltrattamento che caratterizza le fattorie di animali domestici in cui le fattrici sono usate, abusate e obbligate a vivere tutta la loro vita in una gabbia lurida, sui loro escrementi e in condizioni di totale deprivazione, ma anche a porre l’accento sulla prevenzione dei maltrattamenti genetici che spingono allevatori a selezionare cani con caratteristiche estetiche gradite alle persone ma che sono causa di tortura animale per le sofferenze e per la maggiore esposizione alle numerose patologie derivanti. È inoltre opportuno considerare, come il Prof. Roberto Marchesini veterinario zooantropologo attenziona che si deve prevenire il rischio in cinofilia, quindi le aggressioni dei cani che deriva anche dal precoce distacco dalla madre, dall’assenza di corretta socializzazione, da addestramenti violenti e coercitivi.
Io stesso nel 2017 sono stato al mercato di Pecs in Ungheria, uno degli snodi cruciali di traffico di cuccioli, accompagnato dai funzionari dell’Ambasciata italiana e dalle forze dell’ordine locali. Nonostante i gravi limiti della legge locale sul maltrattamento animale, a seguito del mio intervento – ogni domenica in cui si svolgeva il mercato – venivano costantemente allontanati gli allevatori abusivi e vietata la vendita dei cuccioli sotto i 3 mesi. Io riuscii a portare in Italia due cuccioli di razza “pechinese”.
Purtroppo ho potuto constatare per mia esperienza diretta che la selezione e il maltrattamento genetico sono un problema reale: nonostante siano amati e accuditi, entrambi i cuccioli (oggi hanno 7 anni) hanno dovuto subire interventi alla colonna vertebrale e periodicamente sono sottoposti a cicli di ossigeno ozono terapia per scongiurare nuove paralisi alle quali sono soggetti da quando avevano solamente un anno di età.
Oltre ad una serie di problemi agli occhi, ai turbinati e ai condotti lacrimali. E pensare che quando con la polizia locale li recuperai nella gabbietta immersa nella neve in cui si trovavano, per soccorrerli, nessuno immaginava che ce l’avrebbero fatta!
Ci sono tanti canili che strabordano di prigionieri in cerca di una carezza, e che inghiottono milioni di euro di fondi pubblici. L’appello è sempre uno: non comprare, adotta!
L’AUTORE
Paolo Bernini – Dal 2013 al 2018 parlamentare per il M5S, in prima linea con associazioni e cittadinanza per contrastare reati a danno di ambiente e animali. Promotore dei referendum contro la caccia e attuale candidato al parlamento europeo nelle liste del M5S nella circoscrizione nord est.