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Il M5S Lombardia propone la gestione diretta delle risorse fiscali sul territorio regionale come già previsto dalla Costituzione al posto dell’attuale discrezionalità del loro utilizzo da parte del governo centrale.
Di seguito un breve vademecum per capire di cosa si tratta, una misura che potrebbe essere adottata da tutte le regioni italiane senza sottrarre risorse a nessuna di esse.
Come funzionano i rapporti tra Stato e Regioni?
Con la riforma del titolo V della Costituzione varata nel 2001, i rapporti tra lo Stato e le Regioni a statuto ordinario sono cambiati profondamente.
L’art. 117 della Costituzione individua le materie di esclusiva competenza statale (difesa, politica estera, giustizia, ordine pubblico, norme generali sull’istruzione e altre) e le materie definite invece di “legislazione concorrente” gli ambiti in cui è possibile la convivenza fra norme statal, e norme specifiche regionali (tutela della salute, governo del territorio, tutela e sicurezza del lavoro e via dicendo). Ogni materia non specificata è di esclusiva competenza regionale.
L’art. 119 della Costituzione, invece, disciplina la gestione finanziaria e fiscale, stabilisce che le regioni «godono dell’autonomia finanziaria di entrata e di spesa, hanno un proprio patrimonio e possono fare investimenti». In parte attingono a risorse provenienti da entrate proprie (ad esempio ticket sanitari, imposte regionali, irap e altro), e in parte a trasferimenti aggiuntivi di fondi erogati dallo Stato.
Quindi il cosiddetto “federalismo fiscale” è già in Costituzione, non c’è qualcosa da inventare a fini di propaganda. L’art. 119 della Costituzione afferma il principio della territorialità dell’imposta, laddove specifica in maniera esplicita che le Regioni «dispongono di compartecipazioni al gettito di tributi erariali riferibili al loro territorio». Però, per diverse ragioni, non si è data attuazione a quanto previsto dalla riforma del titolo V, ma solo interventi parziali.
La Costituzione consente a tutte le Regioni a statuto ordinario la possibilità di richiedere ulteriori deleghe sulle materie concorrenti e, ma solo per alcune tipologie, sulle materie attualmente di esclusiva competenza dello Stato.
E’ importante sottolineare che le Regioni hanno il potere di gestire le proprie entrate e spese, attuando – limitatamente ad alcune materie – l’autonomia finanziaria e di spesa prevista dall’art. 119 della Costituzione.
Fra queste materie, ve ne sono alcune fondamentali come la “tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali” (lettera s, comma 2, art. 117 della Costituzione), oppure il “governo del territorio”, la “valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione e organizzazione di attività culturali”, ed ancora la “ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi” (comma 3, art. 117, Cost.)
Oggi lo Stato, amministratore delle finanze e dell’economia del Paese, non é in grado di rispondere all’al numero sconfinato di richieste e specificità territoriali che caratterizzano le regioni italiane come si è visto tristemente con la mancata difesa del territorio e l’abbandono di giacimenti culturali come Pompei. Una cronica, scarsa, lungimiranza dello Stato centrale nel gestire le già esigue risorse a disposizione sta strozzando enti locali e cittadini.
La regione Lombardia, ma non solo, è un esempio di questa deriva. Storicamente apprezzata come il “motore d’Italia”, assiste oggi impotente alla chiusura e all’esodo di centinaia di imprese, fabbriche, esercizi commerciali. Eppure solo in questa regione il residuo fiscale supera i 40 miliardi di euro. Ma nemmeno le catastrofi ambientali riescono a scuotere le coscienze di chi gestisce il portafoglio statale. La risposta alle richieste di aiuto delle Regioni è sempre la medesima: «Non ci sono i fondi». Intanto i cittadini continuano a pagare fior di tasse, ad uno Stato che si è convertito nel più implacabile dei loro esattori.
Come uscire da questo incubo? Non certo con la secessione, ma con una buona amministrazione.Alcuni partiti sfruttano la crisi e la scarsa memoria della popolazione per rispolverare la “secessione”, un sempreverde che ha stimolato tante campagne elettorali targate Lega Nord, e MAI tradotto in fatti concreti. La solita promessa sempreverde mai mantenuta.
Il Movimento 5 Stelle propone invece una soluzione diversa, più semplice: applicare le leggi esistenti e che ancora non sono state rispettate.
Il M5S Lombardia si appella al principio della “territorialità delle imposte” previsto in Costituzione ma rimasto incompiuto (articolo 116, comma 3, Cost.).
Con la sua applicazione la Lombardia, nel caso specifico (ma vale anche per altre regioni) gestirebbe con chiare destinazioni di spesa autonomamente una parte degli oltre 40 miliardi presenti nel bilancio dello Stato riservata alle regioni: sei miliardi verrebbero destinati all’istruzione, un miliardo allo sviluppo e all’innovazione delle piccole e medie imprese, un miliardo alla difesa e alla sicurezza del territorio. Attualmente questo denaro, anziché essere ripartito in base alle reali esigenze dei territori e dei cittadini, viene centralmente destinato senza la benché minima idea delle priorità e le specificità locali.
Inoltre una gestione locale, più efficiente, permetterebbe di risparmiare circa un miliardo di euro. Utilizzando questi proventi sul territorio, si potrebbe diminuire le tasse investendo sul trasporto pubblico locale, prevenendo i dissesti idrogeologici e collocando risorse sull’innovazione e la ricerca per le PMI. Promuovere interventi nei settori dell’istruzione, dei beni culturali, dell’ambiente e della ricerca scientifica e tecnologica.
Tutto questo senza arrecare alcun disagio e senza provocare tagli di risorse nelle economie degli altri territori d’Italia, nel pieno rispetto della legislazione vigente.
Siamo convinti che prelevando risorse da un territorio e lasciandole nella disponibilità del territorio stesso, i cittadini che in quel territorio vivono e lavorano sarebbero in grado di gestire le proprie risorse con maggiore attenzione ed efficienza, rispetto ad uno Stato centrale autoritario, lento e farraginoso, bloccato da mille burocrazie e lontano dalle problematiche del territorio.
A ciò va aggiunto che oggi il Movimento 5 Stelle è presente in molte regioni d’Italia, dall’Abruzzo alla Lombardia, dall’Emilia Romagna al Piemonte, al Lazio. Il M5S rappresenta nei fatti un presidio di garanzia e di tutela permanente, che può supervisionare e controllare il corretto utilizzo delle risorse, a beneficio della cittadinanza.
Restituiamo le chiavi dei territori ai legittimi proprietari: i cittadini. Nessuna secessione, rispettiamo la Costituzione! Risorse al territorio!
PS: Il tuo contributo per il referendum sull’uscita dall’euro è importante:
– organizza il tuo banchetto e segnalalo su questa mappa (che sarà in continuo aggiornamento)
– scarica, stampa e diffondi i volantini informativi (1. Motivi per uscire dalleuro 2. Domande Frequenti sulleuro)
– fai conoscere a tutti i tuoi contatti questo nuovo sito sul referendum https://beppegrillo.it/fuoridalleuro