di Beppe Grillo – Oggi sono tutti alla rincorsa dell’intelligenza artificiale e del lavoro, allora bisogna capire che cos’è l’intelligenza e cos’è il lavoro. Io che mi occupo di intelligenza superiore, essendo l’Elevato, sono incuriosito da questi temi qui.
Perché la base di tutto, è capire chi è intelligente, che cos’è l’intelligenza, cos’è l’educazione, dove va il mondo, la conoscenza, la politica, ecc. Rientra tutto nel poter affinare certe qualità del nostro cervello, perché altrimenti non andiamo da nessuna parte.
Perché, pensate: il 30% della popolazione italiana non legge un libro, non va al cinema, non è mai stata a teatro e c’è un analfabetismo di ritorno pauroso, quindi secondo me la scuola obbligatoria dovrebbe essere fino a 60 anni.
A parte questa parentesi, i nuovi sistemi della PA dovranno essere come il sistema operativo di Rousseau, che è una cosa così straordinaria. Ed è difficile da far capire, perché è un sistema completamente rovesciato rispetto a quello che noi abbiamo sempre pensato sulla politica e la democrazia.
Una persona ha uno strumento facilissimo con cui può fare un referendum alla settimana.
L’idea di Gianroberto è quella di far capire alle persone che ci possono essere strumenti per poter dire e per poter essere presenti nella società, così che la tua vita, la tua esperienza, la tua professionalità non è vana, non è perduta, ma può essere d’aiuto e può essere inserita in una legge, in una proposta di legge, in una critica ad una legge, ecc.
Io trovo tutto questo straordinario, tutto questo è il cuore vero del Movimento.
Ma dobbiamo quindi chiederci dove va l’intelligenza, dove va l’umanità. E io che sono l’Elevato ho provato a chiedermelo dove va. Siamo il popolo più vecchio del mondo, dopo i giapponesi. Fra vent’anni avremo 70.000 ore di vita in più. Che cosa ne faremo?
Il lavoro diminuirà con le tecnologie e allora quale sarà il lavoro?
Sono stato adesso a New York e ho sentito parlare il sindaco di Chicago. Diceva che i pilastri su cui si basava tutto il sistema americano erano 3: l’istruzione, il lavoro e la famiglia. Mancando il lavoro si è distrutta la famiglia e l’università non sa più a cosa preparare.
Allora noi dobbiamo partire da qui, dall’intelligenza, dall’istruzione, dalla scuola. Capire gli insegnanti, perché la scuola è abbastanza indietro, non valorizzano la persona singolarmente. C’è ancora un curriculum antico, vecchio, che seleziona le persone per un lavoro pensato con una concezione post-industriale, che prepara ad un lavoro che avrai una laurea e un master non esisterà più.
Noi avremo molto più tempo libero e non siamo abituati a gestire tutto questo tempo libero. Avremo molti più disoccupati con la robotica, con le smart city, con l’internet delle cose.
Ormai queste parole sono entrate nella nostra vita e solo ora tutti vogliono parlare di futuro, tutti che scoprono il futuro, tutti quella gente che non ha mai guardato al futuro, che è sempre vissuta nel passato remoto, oggi scopre il futuro.
Queste sono persone che non hanno mai capito dove va il mondo e cos’è il futuro.
Uno dei pochi che capisce dove va il mondo sono io e scusate se mi faccio questo piccolo complimento. E devo dirvi che il mondo va verso qualcosa di meraviglioso: la scomparsa del lavoro.
E speriamo che scompaia questo dogma del lavoro.
Poincaré, uno dei più grandi scienziati al mondo, lavorava 3 ore al giorno, come Darwin. Dobbiamo lavorare di meno non di più. Ma noi mettiamo ancora al centro il lavoro. Oggi abbiamo 8 milioni di poveri, persone che sono sotto la soglia di povertà e i due terzi ha tre lavori. Quindi il lavoro non garantisce più nulla. É il reddito che ti inserisce nella società o ti espelle da essa se non hai reddito.
I due paradigmi che ci porteranno nel futuro, con cui potremo entrare nel futuro saranno: un’istruzione universale adeguata per tutti e un reddito universale per tutti.
Solo con questi due paradigmi possiamo risolvere ad alcuni problemi che avremo, come milioni di persone disoccupate, milioni di migranti, milioni di disperati. Ci costerà di meno dargli un reddito che non cercare di gestirli con la sicurezza, la sanità, le prigioni.
Quindi abbiamo un futuro che dobbiamo capire adesso o ci investirà in pieno. Dovremo capire i flussi, capire come e cosa consumiamo, capire i flussi nelle città e quindi progettare quartieri diversi, capire che andiamo verso le città-stato, verso una politica che si fa con un tweet e cosi cambia tutto, lavoro, politica, tutto.
Dobbiamo cominciare a ragionare sulla scuola, sui giovani, sui ragazzi, dobbiamo cercare di fargli esprimere i loro talenti, noi in Italia abbiamo dei Leonardo da Vinci che magari fanno i designer di automobili, abbiamo degli Shaespear che fanno i direttori di risorse umane.
Siamo pieni di talenti, è inutile che ci buttiamo nell’economia del produrre più frigoriferi, macchine, industrie o altro. Noi dobbiamo produrre il vero nostro valore, che è la cultura, la bellezza, l’intelligenza. I nuovi lavori saranno tutti di creatività, in cui siamo i numeri 1.
Diamo la possibilità ai ragazzi di non fare qualsiasi lavoro, non se lo meritano. Non può uno fare qualsiasi lavoro pur di sopravvivere o perché è più richiesto dal mercato. Tiriamo su ragazzi che sono pieni di frustrazioni. Ognuno deve seguire il proprio talento.Lo stato deve dare alcune cose a tutti.
Nasci con un reddito, nasci con una cittadinanza digitale, nasci con una mail, nasci con l’energia necessaria per vivere, ti devo dare l’ingresso alla conoscenza, quindi un po’ di internet deve essere gratis per tutti.
Tutti devono avere un reddito. Un reddito perché sei vivo, perché ti batte il cuore, poi sarai tu a cercarti un lavoro in base alle tue esigenze. E non è vero che chi ha un reddito non fa più niente, non è vero. In Finlandia lo stanno facendo, in Svizzera lo stanno facendo, in Olanda lo stanno facendo, in California lo stanno facendo, in Corea lo stanno facendo. Sono tutti esperimenti, ma stanno funzionando.
Dobbiamo prima uscire fuori da questo equivoco della povertà, che è diventato un espediente vergognoso, perché oggi la discriminazione è totale se non hai un reddito. Oggi l’1% della popolazione ha metà della ricchezza del pianeta, siamo veramente fuori di senno.
Dobbiamo riequilibrare tutto. Non c’è alternativa.