Nel panorama digitale odierno, termini come “nativo digitale” e “alfabetizzato digitalmente” (o “immigrato digitale”) vengono spesso confusi, ma rappresentano concetti distinti. Capire questa distinzione è cruciale per navigare efficacemente nel nostro mondo interconnesso.
Nativi Digitali: Chi Sono Veramente?
I nativi digitali sono coloro che sono cresciuti circondati dalla tecnologia. Fin dalla tenera età, hanno familiarizzato con Internet, social media e dispositivi mobili. Questo termine, introdotto da Marc Prensky nel 2001, sottolinea l’abilità intuitiva con cui i giovani utilizzano la tecnologia moderna. Per questi individui, il multitasking digitale, la partecipazione sui social media e l’accesso immediato alle informazioni sono abilità naturali.
Essere un nativo digitale, però, non significa automaticamente possedere una vera alfabetizzazione digitale. Qualcuno può davvero acquisire competenze digitali in modo intuitivo? Secondo uno studio di Kirschner e De Bruyckere del 2017, l’idea del nativo digitale come esperto innato è un mito.
Alcuni studi dimostrano che i nativi digitali (e forse dovremme fire “nativi social”) non hanno alcune competenze informatiche. Secondo uno studio ECDL, in Australia, una minoranza di giovani riesce a fare un uso avanzato delle tecnologie informatiche. Non più del 15% della popolazione studentesca . Mentre solo il 45% di questi studenti ha competenze rudimentali in questo settore. In Austria i numeri sono ancora peggiori. Si ritiene che un magro 7% dei giovani tra i 15 e i 29 anni possieda buone competenze informatiche. In Italia i risultati sono ancora più disastrosi. Una indagine di Save the Children rivela una preoccupante mancanza di competenze digitali di base tra i giovani studenti. Il 29,3% non sa scaricare un file da una piattaforma scolastica. Il 32,8% non sa utilizzare un browser per l’attività didattica, l’11% non è in grado di condividere lo schermo durante una videochiamata.
Secondo uno studio del Centro Internazionale per gli Studi Linguistici (ICLS), condotto su un ampio campione, solo il 2% degli studenti possiede capacità di pensiero critico durante la ricerca di informazioni online. Non tutti i paesi però sono così indietro. Nella Repubblica Ceca e in Danimarca, i punteggi di alfabetizzazione informatica dei giovani sono leggermente migliori.
L’alfabetizzazione digitale, invece, va oltre la familiarità con la tecnologia. Implica la valutazione critica delle informazioni, la comprensione della privacy digitale, l’impegno responsabile online e l’uso efficace della tecnologia per risolvere i problemi. L’alfabetizzazione digitale comprende competenze essenziali quali:
Essere alfabetizzati digitalmente significa possedere una serie di competenze cruciali:
- Pensiero Critico: Saper valutare l’affidabilità delle informazioni trovate online.
- Consapevolezza della Sicurezza Informatica: Comprendere come proteggere i propri dati personali e navigare tra le impostazioni della privacy.
- Comunicazione Efficace: Usare i mezzi digitali per comunicare con rispetto e attenzione.
- Risoluzione dei Problemi: Sfruttare la tecnologia per affrontare e risolvere le sfide quotidiane.
- Cittadinanza Digitale: Agire in modo etico e responsabile online, comprendendo l’impatto della propria impronta digitale.
- L’Importanza dell’Alfabetizzazione Digitale per la Democrazia
Una democrazia sana si basa su cittadini informati, partecipazione attiva e un discorso pubblico aperto. Nell’era digitale, questi elementi dipendono sempre più dall’alfabetizzazione digitale. Una società alfabetizzata digitalmente è meglio equipaggiata per distinguere tra fonti affidabili e disinformazione, proteggendosi dalle fake news e dalle manipolazioni che possono influenzare le decisioni politiche ed elettorali.
Inoltre, le piattaforme digitali sono diventate spazi fondamentali per il dibattito politico e l’attivismo. Gli individui alfabetizzati digitalmente possono sfruttare queste piattaforme per esprimere le loro opinioni, mobilitare comunità e partecipare attivamente ai processi democratici. Questo coinvolgimento può contribuire a una partecipazione civica più significativa e a un cambiamento sociale positivo.
La diffusione di disinformazione rappresenta una minaccia crescente per le democrazie moderne. L’alfabetizzazione digitale è uno strumento potente per riconoscere e contrastare le narrazioni false, limitando l’impatto delle informazioni fuorvianti. Una popolazione capace di identificare notizie false può contribuire a rendere i media e le entità politiche più responsabili, promuovendo una sfera pubblica più trasparente e onesta.
La comprensione della privacy e della sicurezza online è fondamentale in un’epoca di crescente sorveglianza digitale e frequenti violazioni dei dati. Cittadini digitalmente alfabetizzati sono meglio preparati per proteggere le loro informazioni personali e navigare nel mondo digitale in modo sicuro, contribuendo a un ambiente online più affidabile.
Per sostenere una democrazia stabile nell’era digitale, è essenziale promuovere l’alfabetizzazione digitale su larga scala. Questo richiede l’integrazione di programmi di alfabetizzazione digitale nei curricula scolastici, opportunità di apprendimento continuo per gli adulti e campagne di sensibilizzazione pubblica. La collaborazione tra governi, istituzioni educative, aziende tecnologiche e organizzazioni della società civile è cruciale per sviluppare e implementare iniziative efficaci.
Promuovere il pensiero critico e l’alfabetizzazione mediatica fin dalla giovane età è forse l’aspetto più importante. Preparare le future generazioni a navigare in modo responsabile nel mondo digitale è fondamentale per garantire che la nostra società rimanga informata, partecipativa e resistente alle sfide della disinformazione.
Sebbene i nativi digitali possano avere familiarità con la tecnologia, la vera alfabetizzazione digitale richiede competenze critiche che vanno oltre l’uso superficiale della tecnologia. In una democrazia dove il processo decisionale informato e la partecipazione attiva sono cruciali, l’alfabetizzazione digitale diventa un elemento imprescindibile. Dare priorità a queste competenze significa potenziare ogni cittadino a partecipare attivamente ai processi democratici, proteggere la propria privacy e contribuire a una società più equa e informata nell’era digitale.