Al Palazzo di Vetro dell’ONU di New York, il 12 aprile, la XIX Infopoverty World Conference affronterà il tema delle Smart Cities e proporrà soluzioni digitali per lo sviluppo urbano dei Paesi Emergenti.
Le Smart Cities si preannunciano con mirabolanti innovazioni e soluzioni atte a rendere la vita quotidiana più efficiente e razionalizzata: domotica, automazione, IoT, robotica, auto a guida automatica, deep learning, digital wallets, il tutto allestito da intelligenza artificiale. In questo panorama futuribile sfugge il riferimento di base: che le città siano luoghi sociali, equamente vivibili per tutti. Una visione puramente tecnicistica contiene infatti il rischio di creare nuovi privilegi ed incrementare le diseguaglianze sociali: porre la priorità sugli SDGs, cioè gli obbiettivi sostenibili delle Nazioni Unite, significa affrontare e risolvere le grandi problematiche che affliggono milioni di cittadini meno abbienti, che ancora nel mondo vivono negli slums, in estrema povertà.
Come la rivoluzione industriale ha dato luogo a città ad alto grado di benessere, così occorre che la rivoluzione digitale produca ambienti urbani salubri e ricchi di opportunità per tutti, non nuovi ghetti e condizioni di difficoltà socioeconomica. Questa la sfida assunta dalla Conferenza, che dopo aver dibattuto temi quali “chi guida la rivoluzione digitale” e “trasferire le conoscenze e le tecnologie sia la chiave dello sviluppo” quest’anno tratterà “come le Smart Cities possono combattere le povertà eliminando gli slums e promuovendo villaggi digitalizzati per lo sviluppo rurale”.
Verranno così esplorate le opportunità fornite dalle nuove tecnologie, per individuare nuove soluzioni in diversi campi quali quello delle costruzioni con stampanti 3D, per abbattere bidonville e il degrado relativo, dei servizi digitali quali telemedicina, e-learning, food security ed e-governance per creare forme di welfare estese a tutti, anche nelle zone rurali.
Armonizzare lo sviluppo città-campagna significa creare economie circolari ove il cibo sia assicurato come pure il lavoro. Infrastrutturare i villaggi in termini di energia, clean water e connettività, significa favorire lo sviluppo autogeno delle comunità, anche tramite l’assistenza fornita da Virtual Centers di alta competenza.
Come avvenuto ad esempio nel Millennium Village di Sambaina, in Madagascar, le cui istituzioni pubbliche – scuola, ospedale e municipio – godono della connessione gratuita utilizzando le frequenze statali per i servizi in campo sanitario, amministrativo e educativo. Soluzione questa che molti paesi avanzati stanno valutando con molto interesse.
Oltre 50 istituzioni pubbliche e private, società di avanguardia, esperti, ONG, rappresentanti di governi e del sistema ONU saranno presenti ad esporre e dibattere le proposte più avanzate per combattere la povertà e accelerare il raggiungimento degli SDGs, cardini della nuova società digitale, che vorremmo basata sul rispetto dei diritti umani e sulla qualità della vita per tutti.
Per chi vuole seguire in diretta la conferenza, sarà possibile collegarsi a partire dalle 16.00 (ora Italiana) del 12 aprile p.v. su webtv.un.org/infopoverty