L’orchestrina del Titanic continua a suonare mentre l’iceberg si avvicina. Tremorti, il trombonista, ci rassicura “O si va avanti o si va a fondo” (forse entrambi…) e “Come sul Titanic, la prima classe non si salva“. E’ l’ennesima balla tremortiana. La prima classe si è già salvata. Ha accumulato capitali, ha portato i soldi all’estero. La prima classe ha ottenuto dal Governo biglietti omaggio per la traversata con lo Scudo Fiscale con il solo 5% di tassazione sui capitali occultati al Fisco. Insieme ai viaggiatori di prima classe si salveranno i loro cuochi, i valletti, i camerieri dei giornali, ma anche i gigolò e le puttane da camera e gli armatori delle banche e di Confindustria. La citazione del Titanic è una rassicurazione buona soltanto per i poveracci. Lavoratori dipendenti, precari e disoccupati sono già immersi nella merda fino al collo. Nell’affondamento del Titanic in prima classe si salvò il 61,81% dei passeggeri, 204 superstiti su 330. In seconda classe il 42,5%, 119 su 280. In terza classe il 26,85%, 105 su 391. Un biglietto di prima classe garantiva tre volte di più la salvezza rispetto a uno di terza.
Tremorti dopo trent’anni di frequentazioni politiche e di ciance economiche si è svegliato. Ha bisbigliato, come se fosse sdraiato sul letto in attesa del trapasso “Introdurre nella Costituzione una regola d’oro che vincoli al raggiungimento del pareggio di bilancio“. Lo dice ora, quando tutto tracima, tracolla, esonda e il debito è una montagna di ghiaccio che sfiora i 2.000 miliardi che ci arriva in faccia. Tremortacci tua, dove sei stato insieme ai tuoi compari in tutto questo tempo? Il MoVimento 5 Stelle, quello populista, l’alfiere dell’anti politica, il qualunquista, da anni ha inserito nel suo Programma una riga “Approvazione di ogni legge subordinata alla effettiva copertura finanziaria“. Non puoi indebitare il cittadino senza il suo permesso per fare finanza elettorale, per comprare cacciabombardieri dagli Stati Uniti, per mantenere le nostre truppe in Afghanistan, per puttanate da 22 miliardi di euro come la Tav, per un miliardo di finanziamenti pubblici ai partiti spacciati come rimborsi. Non puoi buttare nel cesso centinaia di milioni dei contribuenti con cazzate come quella voluta da Maroni di disaccoppiare il referendum dalle elezioni amministrative o per mantenere in vita le Province. O fare il Ponte di Messina, la Gronda e il cazzo che ti pare per decine di miliardi di euro attinti dal debito pubblico. I soldi sono nostri, dei cittadini. Ve li siete fumati, li avete regalati ai concessionari di Stato come Benetton per le autostrade, alla Marcegaglia e ai petrolieri con il Cip6, ai vostri giornali. La prima classe si è arricchita grazie allo Stato, deve essere l’ultima a salire sulle scialuppe di salvataggio.
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