18

May
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube
E-mail
EMAIL

 

[email protected]

Il Blog di Beppe Grillo Blog ufficiale di Beppe Grillo con articoli, approfondimenti ed opinioni
PER LA TUA PUBBLICITÀ

 

[email protected]

Menu   ≡ ╳
  • HOME
  • IO GRIDO
  • CERVELLI
  • TERRA FUTURA
  • COSE PREZIOSE
  • MOBILITA’
  • SALUTE
  • VIDEO
  • ARCHIVIO
    • 2005
    • 2006
    • 2007
    • 2008
    • 2009
    • 2010
    • 2011
    • 2012
    • 2013
    • 2014
    • 2015
    • 2016
  • CONTATTI
☰
Il Blog di Beppe Grillo
Home > CERVELLI
457 views 4 min 0 Comment

La strategia del minimo sforzo

beppegrillo.it - Ottobre 7, 2020

di Andrea Zhok – Ogni tanto, di fronte alla millemillesima ‘non-notizia’ sul Covid sparata in prima pagina come fosse uno scoop, qualcuno sbotta che in Italia l’informazione è un problema gigantesco. E ha ragione. Ma forse per ragioni diverse da quelle che crede. L’idea su cui troppi tendono a fissarsi è quella di una sorta di operazione orchestrata nel pompare artificialmente i problemi del Covid, per perseguire chissà quale strategia segreta.

E qui le strade del complottismo si aprono inesorabilmente; e sterilmente. La risposta è invece molto più semplice, alla luce del sole, ma non per questo meno preoccupante. Quasi tutti i giornali e telegiornali seguono la strategia del minimo sforzo – minimo rischio – massima audience.

Come si fa ad ottenere questo mirabile risultato in cui posso lavorare poco, non espormi, e vendere? Semplice, questo risultato si ottiene in maniera ottimale se puoi rilanciare all’infinito, con piccole variazioni letterarie o aggiornamenti di cronaca, una notizia già pronta e adeguatamente ‘emozionante’. Si noti, si tratta dello stesso tipo di operazione che è stata fatta mille volte, apparentemente sulla base di agende politicamente abbastanza diverse.

Abbiamo tutti memoria di dinamiche simili in occasione degli sbarchi dei migranti, o dei furti in villa, o dei femminicidi, ecc. ecc. La dinamica è sempre la stessa: nel momento in cui una notizia buca la soglia di attenzione crea una rete a strascico in cui si tira dietro inerzialmente tutte le successive notizie affini, che servono a sostenere la medesima tesi del primo evento, quello che ha suscitato emozione e creato audience.

Nel caso del Covid i media hanno davanti un’immensa distesa di pasti gratis, visto che si tratta di un evento di impatto mondiale e durevole. Ciò consente di giocare la stessa neghittosa partita per mesi. Ci si mette così all’opera con una strategia che permette di risparmiare lavoro e soprattutto di evitare ogni rischio, evitando di parlare seriamente di qualunque altro tema controverso per i potenti. Si tratta della linea di minore resistenza, quella dove, come l’acqua, l’informazione tende a convogliarsi.

Così, in questi mesi almeno metà dei giornali e telegiornali è dedicato a parlare solo di Covid, e solo sul piano medico. Il resto dei problemi del mondo sembrano spariti o ridotti a comparse. E questo è sicuramente un problema, un grave problema dell’informazione, ma non quello che si tende a pensare: qui non abbiamo a che fare con piani machiavellici collettivi, ma con funzioni individuali che convergono nella cosa che costa di meno e rende di più.

Banalmente, si tratta di uno modo sciatto e scadente di fare informazione, un modo che tradisce il senso pubblico dell’attività pubblicistica, non di una ‘manovra coordinata’ per ottenere questo o quell’obiettivo. Spendersi in analisi critiche della realtà, di ciò che accade sul piano finanziario internazionale, o nell’organizzazione del lavoro, o nei meccanismi di decisione europei, o anche semplicemente in quella maggioranza di sanità che non si occupa di Covid e che boccheggia da mesi, occuparsi di tutte queste cose ha tre difetti: richiede un lavoro di approfondimento, corre il rischio di irritare qualcuno di potente, e propone al lettore qualcosa che costa un po’ di fatica a capire (e dunque alza il livello riducendo l’audience).

Dunque, vivaddio, perché mai andare in quella direzione, onerosa, rischiosa e controproducente? Chi te lo fa fare a ingegnarti ed esporti? Per onestà intellettuale? Per senso deontologico? Per amore della verità? Per senso civico? Su dai, passami il caffè.

 

L’AUTORE

Andrea Zhok – Filosofo e accademico italiano, professore di antropologia filosofica e filosofia morale presso l’Università degli Studi di Milano.

Tag: featured

PREVIOUS

Finlandia: insegnare il pensiero critico per contrastare le teorie del complotto

NEXT

Fondi di Ricerca a sorteggio
Related Post
Dicembre 18, 2018
Lavorare fino a morire
Febbraio 15, 2021
Tempo: definito, negato, misurato
Maggio 30, 2018
Economia e Società in Cina: Il Microcredito
Novembre 22, 2018
FantaSvizzera o FantaIgnoranza Italiana?
Comments are closed.

TERRA FUTURA

Il Blog di Beppe Grillo
Integratori…per l’immortalità
Il Blog di Beppe Grillo
Musk e il Reddito Universale Elevato
Il Blog di Beppe Grillo
Cina: quando il controllo sociale riscrive la famiglia
Il Blog di Beppe Grillo
La plastica che si dissolve in mare e fertilizza il terreno
Il Blog di Beppe Grillo
La rivoluzione dei robot quadrupedi
Il Blog di Beppe Grillo
Hawaii tassa i turisti per salvare il pianeta
Il Blog di Beppe Grillo
Envie, l’impresa sociale che ripara il futuro
Il Blog di Beppe Grillo

CONTATTI

Per inviare messaggi, comunicati stampa, segnalazioni, richieste di interviste, denunce o lettere aperte a Beppe Grillo: [email protected]

PUBBLICITA'

Per la tua pubblicità su questo Blog: [email protected]
  • HOMEPAGE
  • COOKIE POLICY
  • PRIVACY POLICY
  • CONTATTI
© Copyright 2025 - Il Blog di Beppe Grillo. All Rights Reserved - Powered by happygrafic.com