29 Agosto 1980. 43 anni fa moriva Franco Basaglia, lo psichiatra, “il dottore dei matti”, uomo colto, appassionato di filosofia, scienziato, visionario, capace di rivoluzionare la psichiatria italiana, umanizzandola, e il modo in cui dobbiamo guardare alla salute mentale, non considerando il paziente come un oggetto da “aggiustare”, ma una persona da ascoltare, capire e aiutare.
«Tantissimi – si legge in un sommario a grossi caratteri su Lotta Continua – lo hanno letto, tanti lo hanno conosciuto, tanti lo hanno amato e tanti lo hanno anche odiato, perché in maniera semplice, bonaria, ironica questo veneziano aveva ribaltato il mondo. C’era la scienza psichiatrica ufficiale: catalogava “i matti”, discuteva animatamente nei congressi, ogni tanto cambiava l’etichetta di una malattia. Oggetti da studiare. C’erano poi i matti, nei manicomi: legati o intontiti. Franco Basaglia aveva lavorato contro tutto ciò, contro la separazione tra chi studia e chi è studiato. Era la stagione che precedeva il Sessantotto in tutto il mondo e Basaglia era lo scandalo. Per merito suo si parlò della norma e della devianza, pregiudizi, meschinità si scontrarono, luoghi chiusi, perché considerati indecenti e paurosi, vennero aperti.
Franco Basaglia ha reso concrete molte utopie. Ha fatto discutere e ha ottenuto risultati. Forse è stato uno degli uomini più importanti nei cambiamenti di questo Paese». […] Nell’universo della dimenticanza, resta vivo il ricordo di chi ha liberato i pazzi, i matti, i folli, i malati mentali, gli handicappati psichici, gli idioti, schizofrenici, paranoici, fuori di testa, schizzi, tutti pazienti, tutti esseri umani: nei giornali e nella politica le parole cambiano. Le parole della gente conservano una definizione: «quello che ha chiuso i manicomi». Una definizione che trascina con sé negli anni, accanto all’elogio, il peso delle inadempienze, cioè della riforma che si è sempre definita incompiuta, e delle fatiche che accompagnano la condizione del matto. Basaglia […] che tenta di abbassare l’umana sofferenza, talvolta sconfitto dal mistero della malattia e dalla miseria dell’amministrazione pubblica, talvolta beffato dal cammino a ritroso intrapreso dalla società italiana.”
Da “Franco Basaglia, il dottore dei matti” di Oreste Pivetta