“Tra 20 anni saremo sempre sul web digitale, nella realtà virtuale/aumentata. Non guarderemo dispositivi come tablet e telefoni. Piuttosto, i display dei computer saranno completamente integrati con la realtà reale.” Ray Kurzweill
di Beppe Grillo – Ricordate l’immagine del 2016 del Mobile World Congress di Barcellona in cui Mark Zuckerberg dibatteva sulla realtà virtuale? La foto divenne virale. Molti la trovarono inquietante, criticando il tempo perso dietro a giochi da adolescenti.
Da quando è stata concepita per la prima volta alla fine degli anni ’80 dallo sviluppatore di hardware VR Jaron Lanier, l’unico utilizzo attribuito alla realtà virtuale (VR) è stato quello del gaming: adolescenti ossessionati dal gioco che indossano occhiali, meravigliati dalla sensazione di andare sulle montagne russe o fluttuare nello spazio comodamente dal divano di casa. Nell’immaginario collettivo la realtà virtuale è questo, ma non è per questo che è stata originariamente concepita; la VR è ben altro, è molto di più.
Le future applicazioni di realtà virtuale più significative andranno oltre l’intrattenimento puro, cambiando radicalmente il modo in cui le persone fanno il proprio lavoro. La Conferenza mondiale del 2019 sull’industria VR mostra che la tecnologia può essere utilizzata per offrire esperienze coinvolgenti praticamente in qualsiasi campo. Esistono già numerose applicazioni di realtà virtuale che potrebbero modellare una serie di settori, dalla sanità alla produzione, al turismo e altro ancora.
Se guardiamo in ambito sanitario, la terapia fisica e la gestione del dolore rappresentano due delle applicazioni di realtà virtuale più significative attualmente in uso. Alcune importanti ricerche hanno dimostrato che la realtà virtuale è efficace nella mitigazione del dolore. Uno studio del 2016 che esamina l’effetto della realtà virtuale sul dolore cronico ha permesso ai partecipanti di utilizzare un’applicazione chiamata Cool!, sviluppata da DeepStream VR nel 2014. Lo studio ha scoperto che l’applicazione ha ridotto il dolore del 60% e che il 100% dei 30 partecipanti allo studio “ha riportato una diminuzione del dolore … tra dolore pre-sessione e dolore durante la sessione”. Ed è di questi giorni invece la notizia di una ricerca dell’Imperial College di Londra, i ricercatori hanno scoperto che l’uso di cuffie per realtà virtuale per guardare di scene con ambientazioni artiche, ghiacciate, potrebbe aiutare a combattere il dolore cronico.
Sempre in ambito sanitario, da circa due anni anche nel nostro paese sono nati molti corsi per psicoterapisti sull’utilizzo della realtà virtuale per risolvere le più svariate patologie, nonchè corsi per formare caregiver o per chi fa assistenza ad anziani e malati o per medici che possono sperimentare nuove tecnologie.
Nel settore automotive e quello edile invece la VR è utilizzata dagli ingegneri per la progettazione: la casa automobilistica Hyundai sta sviluppando i nuovi modelli di auto utilizzando la realtà virtuale; molte compagnie di architettura statunitensi e agenzie immobiliari utilizzano la VR per la progettazione dei propri lavori, in modo da rendere ancora più immersiva l’esperienza per i propri clienti.
Un altro ambito è quello del training e della formazione. La riproduzione degli ambienti di lavoro ad esempio, fornisce un’esperienza quasi reale, sui metodi di lavoro e tecniche di sicurezza da utilizzare.
Va da sè che gli innumerevoli sviluppi nell’utilizzo della VR porteranno la creazione di nuove figure lavorative. Anche se vari rapporti di ricerca indicano metriche diverse, l’industria della realtà virtuale è enorme. Il mercato della realtà virtuale, negli ultimi anni in costante crescita, registrerà un vero e proprio balzo da qui al 2022, fino a toccare i 209,2 miliardi di dollari.
Il grande fattore di svolta per la VR sarà l’aspetto social.
Mark Zuckerberg sarà l’attore principale del cambiamento. Da quando ha acquisito Oculus nel 2014, Facebook ha esplorato i modi per integrare la realtà virtuale nell’esperienza dei social network. Quando il CEO Mark Zuckerberg è salito sul palco lo scorso anno alla conferenza di Oculus Connect, ha dimostrato di essere in grado di interagire con i colleghi partecipanti in un mondo virtuale davvero coinvolgente.
“I social non sono solo importanti per la missione di Facebook, ma per il futuro della realtà virtuale”, ha affermato Gene Munster , Managing Partner di Loup Ventures. “La realtà virtuale avrà bisogno di un aspetto sociale prima che ci sia l’adozione di massa della tecnologia.” Ed è per questo che Zuckerger sta scommettendo tutto su Horizon, il social virtuale che uscirà a Gennaio 2020. Ogni utente iscritto a Facebook, con l’utilizzo dei visori Oculus, potrà iniziare a navigare in Horizon, incontrare i propri amici, conoscerne di nuovi, ed iniziare una vera e propria second life.
Le grafiche della realtà virtuale attualmente ricordano sempre il mondo dei videogiochi, salvo eccezione per i video 360° presenti su Youtube, ma tra qualche anno anche le ambientazioni artificiali saranno sempre più realistiche e l’esperienza immersiva sempre più reale.
Restiamo quindi in attesa dell’uscita del social Horizon e di scoprire i possibili sviluppi di un mondo che inesorabilmente sta arrivando.
A noi la scelta di prenderne il meglio.