La Libia è un protettorato italiano o l’Italia è un protettorato libico?
“Libia, la rivolta criptata (e la Farnesina, è muta). Sale a 84 il bilancio delle vittime nelle rivolte contro il regime di Tripoli. Da stamattina, anche Internet è fuori uso. E sulla rivolta in Libia è calato il buio. L’Italia – prima che l’Europa – è complice. Sta zitta, fa finta di nulla per proteggere interessi economici, nefandi accordi bilaterali sulle migrazioni e umilianti amicizie professate. Non ci sono scusanti: ma l’amministratore dell’Eni, Paolo Scaroni, dice: “in Libia? Tutto normale, continuiamo a lavorare regolarmente […] non si tratta di tensioni particolarmente forti […] Bengasi ha una tradizione di città molto attiva e certe cose possono succedere”; il sottosegretario Stefania Craxi, afferma: “le critiche al governo di Tripoli sembrano non scalfire il forte rapporto che esiste tra Gheddafi e il suo popolo [..] non bisognare compiere l’errore di giudicare con il nostro metro occidentale”. E la Farnesina? Sul sito viaggiaresicuri.it, a differenza del bollettino riguardante il Bahrein dove si “consiglia di evitare viaggi se non strettamente necessari”, quello sulla Libia è ordinario. Il ministero degli Esteri italiano avverte di manifestazioni di piazza in diverse località della Cirenaica (dove si sconsiglia, il 19 febbraio, di viaggiare): “si raccomanda di evitare gli assembramenti di folla, di allontanasi immediatamente dalle zone dove siano in corso manifestazioni e, in generale, di rimanere sempre aggiornati sull’attualità internazionale e regionale”. Magari guardando la tv di Stato che mostra Gheddafi in un bagno di folla.” (da Peacereporter.it). Italia…………Altro che repubblica delle banane!”. THIRA FISHERMAN Giuseppe – M – A.
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