“Non esiste da decenni più il “fuori porta”. Quei pochi campi, comprese le colline, non possono essere più la meta di una gita, son tutte recintate a rete alta. Adesso percorro le colline di Verona restando sulla strada asfaltata. Non posso sedermi più sotto un albero! La terra non è coltivata.I ciliegi,gli olivi sono abbandonati.La terra è pronta per una prossima speculazione edilizia.I comuni fanno a gara per costruire villaggetti a schiera e dare l’illusione a chi acquista di essere diventato ricco. La campagna non esiste più a VERONA, è tutta un’immensa periferia che si collega alle periferie delle altre città limitrofe! I terreni sono stati comperati dagli speculatori. I vecchi contadini son decenni che sono stati sfrattati, costretti a vendere il “campo” perché non era sufficiente a mantenere una famiglia. La distribuzione agricola legata alla speculazione dell’importazione delle derrate dal resto del mondo li ha uccisi. Chi ha potuto ha costruito il capannone, dove la nascente industria sembrava assicurare guadagni favolosi. La “LOCOMOTIVA del NORD EST” è deragliata. La caldaia è scoppiata. Abbiamo solo rottami industriali e cemento crepato dove crescono erbacce. Prima c’era il pero, il melo, la pergola di uva fragola.Ora spuntoni arruginiti ed una piatta vastità di grigio, senza un albero! I cascinali resistono abbandonati e sembrano le vestigia di un passato remoto lontanissimo.Era solo ieri! Erano ancora i primi degli anni ’60 del secolo scorso,in cui ci si poteva appellare al verde Veneto.” sanna alessandro
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