intervento di Commissione Affari Esteri M5S
“La crisi finanziaria e economica della Grecia, la lentissima ripresa del Portogallo e della Spagna, lincertezza per le controverse riforme del governo italiano, le alterazioni dell’equilibrio economico in Francia e nel Belgio, senza dimenticare le drammatiche conseguente del flop della cosiddetta politica di cooperazione con i paesi africani, impongono una seria riflessione sulla realtà istituzionale e sulle capacità programmatiche dellUnione Europea. Con il referendum greco della scorsa domenica Bruxelles, Berlino e Francoforte sono ormai nudi.
Questi fenomeni di crisi sono la risultante dellinsuccesso storico di un programma di integrazione economica che fu definito nel 1957, in piena guerra fredda, con la creazione della CEE (Comunità Economica Europea) e che poi le eccellenze atlantiche, a partire dal 1991 con la dissoluzione del Comecon, del Patto di Varsavia e della propria URSS, hanno voluto trasformare la CEE in un progetto tout court, capace di occupare uno spazio geopolitico europeo e nello stesso tempo ampliare e imporre lambivalenza geo-strategica della NATO, soprattutto in direzione dei paesi dellEuropa dellEst (ex-Comecon) e nei Balcani.
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Il disastro inizia con Maastricht
Un progetto che, nonostante il critico memoriale del governo spagnolo, lopposizione dei partiti danesi e britannici e il referendum voluto dal presidente francese François Mitterrand, fu legittimato nel 2 giugno 1992 con la firma del il Trattato di Maastricht, provocando, subito dopo, nel mese di settembre, il primo disastro finanziario europeo in cui il governo italiano, quello spagnolo e quello britannico dovettero svalutare le proprie monete (lira, peseta e sterlina), mentre la speculazione dei mercati faceva man bassa del franco francese, che fu salvo in extremis dai marchi della Deutsche Bundesbank!
Quando poi, nel 2008, le attività speculative dei mercati provocarono limplosione del modello economico liberale, le eccellenze atlantiche dellUnione Europea vollero rafforzare la logica dellortodossia finanziaria neoliberale dando alle banche, alle multinazionali e alle lobby dei conglomerati finanziari un potere illimitato, capace di oscurare la sovranità degli stati.
L’Europa mediterranea
L’Europa mediterranea dal 1993 ha dovuto coesistere con governi ignavi e privi di energia morale, manipolati e manovrati da lobby che hanno usato i molteplici ricatti del debito pubblico per far sottoscrivere leggi impopolari o truffaldine.Governi che hanno contribuito a rendere il debito impagabile condannando due generazioni a pagare tasse coercitive in funzione della percentuale pro capite di debito.
Questa Europa ha un potenziale economico eccezionale. La piccola e la media industria, la progettazione, lartigianato e lagricoltura sono autentici motori dello sviluppo europeo che le lobby atlantiche vorrebbero controllare facendo approvare nel Parlamento Europeo il TTIP.
I BRICS
I BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) sono dei potenziali partner per gli stati dellEuropa del Sud, non solo dal punto di vista finanziario ma anche quello economico. Basti pensare alle perdite che lindustria italiana, quella spagnola e la francese hanno dovuto sopportare a causa dellespansione della NATO in Ucraina. Senza poi ricordare i dettagli delle norme di austerità del Fiscal Compact e le dannose quote di produzione imposte dalle eccellenze atlantiche per favorire specifici circuiti produttivi. Ultimo dei quali lassurda pretesa di imporre allItalia, alla Spagna, al Portogallo, alla Grecia e alla Francia di modificare la millenaria produzione dei formaggi con il latte fresco usando la polvere di latte.
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Sostenibilità e sovranità per un’alternativa
E’ quindi evidente che lalternativa per un nuovo tipo di economia implica lesistenza di due condizioni fondamentali:
a) laccettazione della sostenibilità dei nuovi processi di produzione industriale, energetica e agricola;
b) la creazione di governi responsabili, capaci e soprattutto decisi a imporre e far rispettare la sovranità politica e la potenzialità economica del proprio paese.
Per questo motivo il seminario che la Commissione Affari Esteri del M5S realizzerà domani alla Camera dei Deputati è estremamente importante. Lalternativa per l’Italia è possibile, i partner per realizzarla esistono e le condizioni per iniziare questo nuovo corso dipendono unicamente da noi. Le catene dell’austerità possono spezzarsi, iniziamo a scoprire come.
Commissione Affari Esteri M5S