di Giovanni Basci – Siamo di fronte ad una sfida. Estrema, accattivante, stimolante e culturale. Se vogliamo rinnovare e declinare una nuova società attenta ai cambiamenti climatici, alle nuove tecnologie, alla green economy e ai nuovi modelli educativi (ICF, le nuove classificazioni per l’inclusività), ecco che non possiamo non prendere in considerazioni i giovani, che presto saranno i dirigenti di questa nuova società.
I ragazzi, i giovani adulti, adolescenti e pre-adolescenti (Zoomer) stanno ormai da tempo vivendo un momento di grande sconforto e profondo malessere. Sono pervasi da un senso di incertezza e di impotenza che li porta a rinchiudersi in sé stessi senza la possibilità di dare o/e ricevere. Questo malessere, questa delusione diffusa, questo disincanto è da analizzare. Non abbiamo tenuto conto di una crisi silente ma inesorabile, di una cultura moderna che predilige la cultura del sé, del dominio e dell’utilitarismo e contemporaneamente li abbiamo delegittimati, criticati e dipinti come immaturi e inadeguati.
I giovani si fidano ancora del mondo creato dagli adulti “responsabili”? (I Boomer)
I flussi elettorali delle ultime elezioni sono stati disarmanti, circa il 37% dei giovani non è andato alle urne. Rassegnazione o disinteresse?
Costruiamo un ponte e aiutiamoli a riorganizzare e ricreare in maniera unica e personale il loro destino senza mai dimenticare il monito di George Orwell: “Ogni generazione pensa di essere più intelligente di quella che l’ha preceduta, e più saggia di quella che verrà dopo di lei”.
Allarghiamo lo sguardo. Prendiamo come esempio Taiwan, il Paese più democratico d’Asia. È quanto sostiene l’Economist Intelligence Unit nel suo Democracy Index Rankings, premiato per la trasparenza finanziaria in politica e l’indipendenza giudiziaria. Migliore economia del 2020 grazie all’hi-tech. Audrey Tang, ministra per l’innovazione tecnologica spiega il coinvolgimento dei giovani nella vita politica e sociale dell’isola: “Oltre un quarto delle iniziative dei cittadini sono piattaforme di democrazia digitale ideate da persone non ancora diciottenni, e peraltro anche molto efficaci. Un aspetto centrale è l’apprendimento durante tutto l’arco della vita, la solidarietà intergenerazionale e il mentoring reciproco. Vogliamo garantire che anche i più giovani possano determinare l’agenda politica, sentendosi parte integrante del processo democratico ancor prima di potervi far parte come cittadini adulti. E’ una partecipazione attiva del processo democratico, le persone si fanno avanti quando pensano che qualcosa non quadri, ma non lo fanno solo per protestare, bensì pure per mostrare come si potrebbero migliorare le cose”.
In Austria invece dal 2007 i 16enni possono votare sia alle elezioni nazionali che a quelle europee. Eva Zeglovits, analista politica dell’IFES (Istituto per gli studi empirici e sociali di Vienna), sostiene che l’esperienza austriaca mostra che se a 16 anni non viene consentito di votare, i giovani non mostrano interesse nella politica, ma non appena viene permesso loro di farlo, ecco che si interessano e si informano non meno rispetto alle altre fasce d’età. In Austria è un fatto acclarato, l’affluenza è generalmente più alta rispetto ai primi elettori più anziani e simile alla media dell’elettorato. Seguono le campagne elettorali nella stessa misura degli altri giovani elettori e mostrano livelli considerevolmente alti di efficacia esterna e soddisfazione rispetto alla democrazia.
In Svizzera, nel Canton Ticino vi è il Consiglio cantonale dei Giovani (già Forum cantonale dei Giovani) che è un luogo d’incontro nato con lo scopo di promuovere il dialogo e il confronto di idee fra coetanei. Tramite il Consiglio si vuole dare la possibilità ai giovani dai 15 ai 19 anni residenti in Ticino di partecipare alla vita politica del Cantone, d’esprimere le proprie idee, i propri pareri e le proprie aspirazioni. I giovani sono chiamati ad esercitare un ruolo propositivo su un tema da loro scelto, possono fare proposte concrete, stimolare un dialogo più ampio o, se lo riterranno necessario, aggregarsi per sollecitare la realizzazione dei propri obiettivi. Il Consiglio vuole essere un luogo d’incontro e di scambio fra i giovani e tra i politici.
Oggi i giovani non rifiutano radicalmente gli adulti. Se hanno una posizione di risentimento è perché non trovano gli adulti accanto a loro. E questo può valere per i genitori, ma anche per le istituzioni. È un problema che si lega alla “società liquida” (Baumann) che genera incertezza anche sulla vita, sul mondo, sul senso delle cose.
Ascoltiamo i giovani, i loro sogni, le loro difficoltà, le loro esigenze e le loro inquietudini. Raccogliamo indizi e prepariamoci insieme ad affrontare le nuove sfide che verranno.
Ma qual’è la ricetta per far si che il mondo adulto incontri quello dei giovani? In primo luogo i Social Network. Tutti i giovani, adolescenti e pre-adolescenti sono nativi-digitali. Il web è una loro estesione e un ambiente cognitivo in cui ciascuno di loro costruisce la propria rappresentazione del mondo, uno spazio in cui le persone che vi operano mettono i loro vissuti, le loro speranze, le loro emozioni. Basti pensare che l’ultimo studio del 2018 di EU Kids Online, realizzato da OssCom, riporta che, tra gli adolescenti di 15-17 anni, la percentuale di chi usa tutti i giorni internet, anche fuori casa, è del 74%. Dallo studio emerge che un bambino su due passa in media su internet un’ora e mezza al giorno, mentre ancora più attivi in termini di utilizzo sono i ragazzi compresi tra i 15 ei 16 anni. La gran parte dei giovani intervistati (84%) usa internet per fare i compiti. L’83% va in rete per guardare video, il 74% per giocare e il 61% per chattare tramite servizi di messaggeria istantanea. La maggior parte (85%) si connette da casa, molti (63%) da scuola e più della metà dei ragazzi compresi tra i 13 e i 16 anni naviga dalla propria cameretta, mentre aumenta anche la percentuale di ragazzi (uno su tre) che naviga il web dal cellulare o da un altro dispositivo portatile. Andiamo ad ascoltarli lì, nel loro habitat, creiamo assieme a loro un metaluogo d’incontro, stimoliamo la nascita condivisa di momenti dedicati, workshops, eventi, formazioni.
Immaginiamo, sperimentiamo, sbagliamo e ricominciamo ma facciamolo insieme ai ragazzi. Internet non è solo un luogo dove giocare, condividere, relazionarsi ma può costituire una grande fonte di opportunità per educare al confronto, per rafforzare e mantenere i rapporti con la società, per partecipare attivamente alla vita politica e determinare il proprio futuro.
L’AUTORE
Giovanni Basci – Pedagogista, laureato presso l’Università Pontificia Salesiana Istituto Progetto Uomo nel 2004. Responsabile progetti educativi per minori presso Schoenfels Interlaken.