I serpenti possono strisciare fino a 14 miglia all’ora, stringersi nello spazio stretto, scalare alberi e nuotare. Come lo fanno? Mentre un serpente si muove, le sue squame afferrano il terreno e spingono il corpo in avanti, così come i ramponi aiutano gli escursionisti a stabilire un punto di appoggio nel ghiaccio scivoloso. Questa cosiddetta locomozione assistita da attrito è possibile grazie alla forma e al posizionamento delle squame del serpente.
Ora, un team di ricercatori della Harvard John A. Paulson School of Engineering and Applied Sciences (SEAS) ha sviluppato un robot morbido che utilizza quegli stessi principi di locomozione per strisciare senza componenti rigidi.
Le morbide squame robotizzate sono realizzate utilizzando kirigami, un antica arte di carta giapponese che si basa sui tagli. Mentre il robot si estende, la superficie piana kirigami si trasforma in una superficie strutturata in 3D, che afferra il terreno proprio come il serpente.
Negli ultimi anni c’è stata molta ricerca su come fabbricare questi tipi di strutture modificabili ed estensibili. Questo nuovo metodo è utile nei soft robot per ottenere la locomozione in modo più semplice, veloce ed economico rispetto alla maggior parte delle tecniche precedenti.
I ricercatori lo hanno testato in tutto il campus di Harvard.
Il team ha sperimentato tagli di varie forme, tra cui triangolari, circolari e trapezoidali. Hanno scoperto che i tagli trapezoidali, che più assomigliano alla forma naturale del serpente, permettono al robot un passo più lungo.
Queste nuove strategie basate su kirigami possono apire nuove strade per la progettazione di una nuova classe di robots.