di Gianluca Riccio – Il rombo dei motori diesel che ha dominato le autostrade europee per decenni sta per essere soppiantato da un ronzio elettrico. Uno studio rivoluzionario del RISE -Research Institutes of Sweden ha appena gettato una bomba nel dibattito sul futuro del trasporto merci. Contrariamente a quanto molti esperti predicevano, i camion elettrici non solo sono la scelta più verde, ma anche la più economica. L’idrogeno, tanto osannato come il salvatore del trasporto pesante, si è rivelato un gigante dai piedi d’argilla. Occhio: questo non è un semplice rapporto accademico, ma una sveglia per l’intera industria dei trasporti. Pensate alle conseguenze: intere strategie aziendali da ripensare, miliardi di investimenti da ridirezionare, politiche energetiche da riscrivere. Il gigante silenzioso che muove l’economia europea sta per subire una metamorfosi. Volete sapere come e perché?
Il trasporto merci sta vivendo un momento di svolta epocale. Per questo lo studio condotto dal RISE gettando nuova luce su un settore che sembrava destinato a una rivoluzione guidata dall’idrogeno, ci spiazza. I risultati hanno rivelato una realtà molto diversa e, per certi versi, sorprendente. I camion elettrici, spesso considerati inadatti per il trasporto pesante a lungo raggio, emergono come i veri protagonisti di questa rivoluzione verde. Non solo sono più efficienti in termini di emissioni, ma risultano anche significativamente più economici nel lungo periodo. Questo ribalta completamente le aspettative e le strategie di molte aziende del settore.
L’idrogeno, d’altra parte, sembra aver perso il suo lustro. Nonostante le promesse di essere il carburante del futuro, i numeri mostrano chiaramente che i costi e l’efficienza dei veicoli a idrogeno non sono competitivi con le alternative elettriche. È un duro colpo per chi aveva scommesso su questa tecnologia.
Lo studio del RISE non si limita a fare affermazioni generiche. Presenta dati concreti che mettono in luce la superiorità economica ed ambientale dei camion elettrici. Secondo il rapporto, come detto, i costi operativi dei veicoli elettrici sono significativamente inferiori rispetto a quelli alimentati a idrogeno o biocarburanti. Ma non è solo una questione di costi. Le emissioni di gas serra dei camion elettrici sono nettamente inferiori, soprattutto considerando la progressiva decarbonizzazione della rete elettrica europea. Lo studio prevede che entro il 2035, l’intensità di CO2 della rete elettrica europea sarà compresa tra 50 e 70 g/kWh, un valore che rende i veicoli elettrici imbattibili in termini di sostenibilità. Questi numeri non sono solo statistiche astratte. Rappresentano un cambiamento radicale nel modo in cui dobbiamo pensare al futuro del trasporto merci.
Costi del ciclo di vita livellati in base alla distanza dei veicoli pesanti. Fonte: Rapporto RISE
Emissioni di gas serra fossili del ciclo di vita livellate in base alla distanza per tecnologia
Nonostante i vantaggi evidenti, l’adozione massiccia di camion elettrici presenta alcune sfide non trascurabili. Va bene la previsione, se si resta sui costi: ma sul piano organizzativo non ci sarà alcuna “rivoluzione” finchè non si realizzerà un’infrastruttura di ricarica adeguata, capace di supportare il traffico pesante su lunghe distanze. Lo studio del RISE, su questo punto, esplora diverse soluzioni. Una di queste è l’elettrificazione delle strade principali. Questa opzione al momento testata in pochissimi tratti, sebbene costosa inizialmente, potrebbe rivelarsi la più efficiente nel lungo periodo. Permetterebbe di ridurre le dimensioni delle batterie dei veicoli, abbattendo ulteriormente i costi e aumentando l’autonomia.
Tuttavia, l’implementazione di un sistema di strade elettrificate richiede un impegno politico e finanziario mastodontico a livello europeo. La domanda è: i governi e le istituzioni europee saranno pronti a fare questo salto? La risposta (momentanea) è “no”, a giudicare dalle scelte che sembrano privilegiare il settore militare e la scarsa visione di prospettiva. Ci vorrà più tempo del previsto, dunque: ma poi?
Mi piace pensare che siamo all’alba di una nuova era per il trasporto merci. Magari in uno di quei periodi che solo dopo un secolo saranno descritti come “l’inizio di tutto”. Lo studio del RISE non è solo un rapporto accademico, ma una roadmap per il futuro del settore. Le implicazioni vanno ben oltre la semplice scelta di quale tecnologia adottare. Stiamo parlando di un cambiamento che ridisegnerà le catene logistiche, influenzerà le politiche energetiche e avrà un impatto significativo sulla lotta al cambiamento climatico. Le aziende che sapranno anticipare questa transizione avranno un vantaggio competitivo enorme.
L’AUTORE
Gianluca Riccio, classe 1975, è direttore creativo di un’agenzia pubblicitaria, copywriter, giornalista e divulgatore. Fa parte della World Future Society, associazione internazionale di futurologia e di H+, Network dei Transumanisti Italiani. Dal 2006 dirige Futuroprossimo.it, una risorsa italiana sul futuro.