Si, il metodo “Fawkes”, sviluppato dai ricercatori del Sand Lab dell’Università di Chicago, permette di nascondersi dalle telecamere a riconoscimento facciale.
Da quando è scoppiato lo scandalo Cambridge Analytica nel 2018, l’uso di dati personali privati da parte di grandi aziende è diventato un problema globale di massima preoccupazione.
L’anno scorso, una società ha persino sviluppato un sito Web (https://www.airlineprivacy.com/) che consente agli utenti di evitare di prenotare con compagnie aeree che non sono chiare su come utilizzano il riconoscimento facciale dei passeggeri, o dati biometrici.
Ora, nel tentativo sempre più disperato di preservare la nostra privacy in questa era digitale, i ricercatori del Sand Lab dell’Università di Chicago hanno sviluppato uno strumento in grado di “mascherare” le nostre immagini dal software di riconoscimento facciale, alterandole leggermente in maniera quasi impercettibile.
Lo strumento, soprannominato “Fawkes”, prende il nome dalle maschere di Guy Fawkes indossate da gruppi come Anonymous e ispirato alla graphic novel di Alan Moore, V for Vendetta.
Fawkes utilizza l’intelligenza artificiale (AI) per modificare leggermente le piccole caratteristiche del viso. Per un osservatore occasionale, non ci sarà differenza, ma al software di riconoscimento facciale, rimuove completamente i punti di ancoraggio, punti chiave per la sua funzione principale, che è, ovviamente, riconoscere un individuo e abbinarlo ai suoi dati.
Lo strumento “nasconde” il viso dell’utente aggiungendo uno strato invisibile, facendo credere al software di riconoscimento facciale che il viso ammantato sia una persona completamente diversa rispetto a un’immagine originale.
Lo strumento Fawkes potrebbe rivelarsi particolarmente utile per gli utenti dei social media.
All’inizio di quest’anno, il New York Times ha riferito che la società di riconoscimento facciale Clearview AI ha raccolto fino a 3 miliardi di immagini da siti come Facebook e YouTube senza il consenso esplicito degli utenti per testare il suo software.
Fawkes, in effetti, potrebbe fornire agli utenti dei social media uno strato di protezione contro tali pratiche invasive, affermano i ricercatori. “Quello che stiamo facendo è utilizzare la foto nascosta essenzialmente come un cavallo di Troia, per insegnare ai modelli non autorizzati ciò che ti fa sembrare te e non qualcun altro“, ha detto Ben Zhao, professore di informatica all’Università di Chicago, che ha lavorato al software Fawkes.
Secondo il team dell’Università di Chicago, Fawkes ha mostrato una percentuale di successo del 100% rispetto ad alcuni dei servizi di riconoscimento facciale più avanzati, tra cui Azure Face di Microsoft, Rekognition di Amazon e Face ++ della società tecnologica cinese Megvii.