D’Alema ha detto della sua nomina a ministro degli esteri della UE che: “Meno ne parliamo, meglio è“. Il blog è qui proprio per questo. Per parlarne alla grande e diffondere la notizia di questa meravigliosa candidatura. Dopo la nomina di Mastella il ceppalonico (con moglie profuga) a Bruxelles, D’Alema è il punto più alto della nostra politica europea. D’Alema è l’uomo che non deve chiedere, a quello ci pensa lo psiconano. Lui preferisce dare. E’ un generoso. Ha consegnato Telecom (la più grande azienda pubblica italiana) ai capitani coraggiosi Colaninno e Gnutti vendendola a debito (da allora non si è più riavuta e Tronchetti gli ha dato il colpo di grazia). Ha fatto una legge (numero 488, articolo 27, comma 9, pagina 32) per Testa d’Asfalto che gli assegna le frequenze televisive pubbliche (quindi nostre) al modico prezzo dell’uno per cento del fatturato. Nell’ultimo periodo della sua carriera politica si è un po’ offuscato. Parla poco (ha delegato il suo maggiordomo Bersani). Non si fa vedere in giro, neppure in Parlamento. Alla votazione per l’incostituzionalità dello Scudo Fiscale non c’era. Sulla legge per la prescrizione breve non fiata (una candidatura a mister Pesc a Bruxelles vale cento prescrizioni). Per il No Berlusconi Day del 5 dicembre preferisce non pronunciarsi. La sua aria da statista corrucciato, pensoso e profondo è stata notata dal Financial Times che lo ha elogiato giusto ieri con le incoraggianti parole: “Leftwinger familiar with italian intrigue (Politico di sinistra familiare con gli intrighi italiani)”, ma anche: “Pratico con le oscure arti degli intrighi politici italiani avendo cospirato per rimpiazzare Romano Prodi, un suo collega, come premier nel 1998“. Un riconoscimento internazionale inaspettato. Uno così l’Europa non lo merita (ma neppure l’Italia che lo mantiene come deputato dal 1987, prima della caduta del Muro di Berlino). Io non voglio farmi rappresentare da un individuo che ha detto: “Berlusconi è un pericolo anche per l’Europa, potrebbe dare origine a una crisi democratica capace di allargarsi anche ad altri Paesi” e che ora aspetta con il piattino in mano l’appoggio dello psiconano.
E’ l’ora di un “D’Alema mail bombing” al presidente della UE Barroso e a tutte le testate internazionali. Un messaggio semplice, semplice in italiano, inglese, tedesco, francese, spagnolo e olandese: “Io sono un cittadino italiano e non voglio essere rappresentato in Europa da Massimo D’Alema in qualità di Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune ( mister Pesc) dellUnione europea“.
Inviate una email alla presidenza della UE, a El Paìs, Financial Times, The Economist, Le Monde, De Telegraaf, Der Spiegel. Vi sentirete meglio!
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