E se potessimo invertire il processo primario che sta causando il riscaldamento del clima terrestre?
Invece di pompare anidride carbonica nell’atmosfera, cosa succederebbe se potessimo convertirla in combustibili e in sostanze chimiche industriali utili?
Il bello è che sarebbero praticamente gratis.
Questa è l’idea alla base di un’iniziativa di ricerca in corso presso l’Università del Delaware che rappresenta una sorta di approccio radicale al riciclaggio del problema dell’anidride carbonica. Ma l’idea di recuperare e riutilizzare l’anidride carbonica non è nuova, molte ricerche scientifiche sono dedicate a questo particolare problema.
Ma anche se a noi può dire poco, la nuova tecnica ha un nuovo alleato: il bismuto.
Joel Rosenthal e il suo team hanno scoperto una proprietà precedentemente sconosciuta nel bismuto che si dice potrebbe essere uno strumento efficace nella lotta contro il riscaldamento globale. Così il bismuto può essere utilizzato per convertire direttamente la CO2 in combustibili liquidi e prodotti chimici industriali.
La vera rivoluzione è però culturale. Le nostre nuove scoperte sono importanti dal punto di vista tecnologico, ma soprattutto, crediamo che questo nuovo modo di pensare alle risorse prime, partendo da quello che già abbiamo, segni un potenziale cambiamento di paradigma, un nuovo modo di pensare alla conversione delle energie rinnovabili, alla produzione di carburante in generale.
Ma come funziona? Questa tecnologia permetterebbe di produrre combustibili liquidi utilizzando l’elettricità sita nella luce solare e dal vento. Questo, a sua volta, ridurrebbe il nostro fabbisogno di risorse petrolifere convenzionali, con conseguente riduzione delle emissioni di anidride carbonica in generale.
Ovviamente questa non può essere una soluzione definitiva. La tecnica del bismuto è alle fasi iniziali e sicuramente dobbiamo combinare varie strategie di energia rinnovabile per ridurre significativamente i livelli di anidride carbonica nell’atmosfera. Però è un grandioso inizio.