“Massimo Fini viene di lontano. Non soltanto come maestria di scrittura, ma anche per ricchezza di esperienze. Ha le mani pulite. Non rispetta le regole. Non sta al gioco. Ed è questo che dà tanta forza alla sua frusta”. Indro Montanelli
Anticonformista, ribelle, irregolare, antimoderno, originale ma sopratutto libero. Sono questi per me gli aggettivi che meglio descrivono Massimo Fini, giornalista e scrittore tra i più illuminanti del nostro paese.
Con il suo ultimo libro “Confesso che ho vissuto. Esistenza inquieta di un perdente di successo”, una raccolta delle sue opere autobiografiche, Fini racconta At the end of the river con scrittura magistrale divertente e provocatoria, i molti aneddoti che hanno segnato il suo percorso di uomo e giornalista: amori, passioni, tradimenti, incontri, scontri. Uno spaccato sì sulla sua vita personale, velato da una malinconia imperante, ma un racconto di cronaca di settantanni del nostro paese, un diario veritiero di uno dei giornalisti più cazzuti che conosca.