05

Jul
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube
E-mail
EMAIL

 

[email protected]

Il Blog di Beppe Grillo Blog ufficiale di Beppe Grillo con articoli, approfondimenti ed opinioni
PER LA TUA PUBBLICITÀ

 

[email protected]

Menu   ≡ ╳
  • HOME
  • IO GRIDO
  • CERVELLI
  • TERRA FUTURA
  • COSE PREZIOSE
  • MOBILITA’
  • SALUTE
  • VIDEO
  • ARCHIVIO
    • 2005
    • 2006
    • 2007
    • 2008
    • 2009
    • 2010
    • 2011
    • 2012
    • 2013
    • 2014
    • 2015
    • 2016
  • CONTATTI
☰
Il Blog di Beppe Grillo
Home > TERRA FUTURA
379 views 5 min 0 Comment

Clima, non agire potrebbe costarci 790mila miliardi di dollari

beppegrillo.it - Maggio 12, 2020

di Andrea Barolini – Coste sommerse, terre desertificate, eventi meteorologici estremi, pandemie. Il mancato rispetto dell’Accordo di Parigi sul clima comporterà costi immensi per le nazioni di tutto il mondo. Che nel peggiore degli scenari potrebbero arrivare alla cifra stratosferica di 790mila miliardi di dollari, di qui alla fine del secolo. Il calcolo è stato effettuato da un gruppo di ricercatori dell’Istituto di Tecnologia di Pechino, in Cina.

I risultati dell’analisi sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature. E prendono in considerazione il principale obiettivo dell’Accordo raggiunto nella capitale francese nel 2015. Ovvero il mantenimento del riscaldamento globale ad un massimo di 2 gradi centigradi, entro la fine del secolo, rispetto ai livelli pre-industriali. Rimanendo il più possibile vicini agli 1,5 gradi. Per questo, proprio prima del 2015, alle nazioni di tutto il mondo fu chiesto di presentare dei documenti, chiamati NDC (Nationally Determined Contribution): al loro interno illustravano in che modo – e di quanto, soprattutto – ciascun governo intendeva ridurre le emissioni di gas effetto serra.

La stragrande maggioranza dei Paesi del mondo presentò a Parigi quei documenti. Problema: i calcoli delle Nazioni Unite indicano che tali promesse ci porteranno lontanissimi dalla forchetta 1,5-2 gradi. Gli impegni, ammesso che vengano rispettati, faranno salire la temperatura media globale di 3,2 gradi di qui al 2100. Il che significherà passare da uno stato di crisi climatica a condizioni di catastrofe climatica.

Per questo, le stesse Nazioni Unite hanno chiesto al mondo intero di presentare nuovi NDC, da inviare prima della ventiseiesima conferenza mondiale sul clima, prevista inizialmente per il mese di novembre a Glasgow, in Scozia. Ma a causa del coronavirus l’evento è stato rinviato a data da destinarsi.

Lo studio pubblicato su Nature, in ogni caso, non potrà che rappresentare una base di discussione in occasione della Cop 26. L’analisi prende infatti in considerazione da una parte i costi che graveranno su tutti noi. In termini soprattutto di danni derivanti dai cambiamenti climatici. Ma anche di investimenti che sarà necessario effettuare, ad esempio per portare a termine la transizione energetica. Abbandonando le fonti fossili e puntando su rinnovabili ed efficienza. Il tutto sulla base di differenti scenari.

Secondo tali previsioni, il mancato rispetto dell’Accordo di Parigi potrebbe comportare esborsi compresi tra 126mila e 616mila miliardi di dollari. Ma il dato più interessante è legato a ciò che invece si guadagnerebbe se mantenessimo la temperatura entro i limiti fissati dalla comunità internazionale. L’economia mondiale ricaverebbe un minimo di 336mila e un massimo di 422mila miliardi dollari.

Ciò, appunto, avverrebbe immaginando che gli NDC attuali (pur insufficienti) venissero rispettati. E qualora non lo si facesse? In tal caso le perdite potrebbero arrivare, appunto, a 790mila miliardi di dollari. Anche nella migliore delle ipotesi prese in considerazione dai ricercatori cinesi, non sarebbero inferiori a 150mila miliardi.

“L’adozione di una strategia capace di preservare il clima della Terra – ha spiegato Biying Yu, principale autore dello studio – implica una presa di coscienza della gravità del riscaldamento climatico”.

Al contrario, secondo lo studioso i governi per ora considerano prioritari i ritorni sul breve termine, rispetto agli investimenti a favore del clima. I cui frutti, inevitabilmente, si vedrebbero soprattutto sul medio-lungo periodo. Eppure, tali stanziamenti sono imprescindibili: “Senza – conclude il ricercatore – le emissioni di CO2 non potranno essere ridotte”.

Come ripetuto dunque in occasione di tutte le Conferenze mondiali sul clima degli ultimi anni, serve una rinnovata ambizione da parte degli Stati. Purtroppo, invece, le prime indicazioni appaiono decisamente negative. L’unica nazione del G7 ad aver già depositato i nuovi impegni di riduzione delle emissioni climalteranti è il Giappone.

Il documento presentato dal governo di Tokyo è però sostanzialmente identico a quello del 2015. La nazione asiatica, evidentemente, non ritiene di dover fare di più. O ritiene che a fare di più debbano essere gli altri. Uno scaricabarile, nella migliore delle ipotesi. Giudicato «vergognoso» da numerose organizzazioni non governative ecologiste.

Spinto dalle pressioni di queste ultime, alla fine dello scorso mese di aprile l’esecutivo della nazione asiatica ha promesso che presenterà un ulteriore documento. Nella speranza che esso possa rappresentare effettivamente un passo avanti.

 

Articolo a cura di Andrea Barolini di Valori.it, cui vanno i nostri ringraziamenti.

Tag: featured

PREVIOUS

CinemAmbiente a casa tua

NEXT

Sondaggio Reddito Universale: la Germania al primo posto tra i maggiori sostenitori
Related Post
Giugno 12, 2018
Città galleggianti: la prossima frontiera dell’umanità
Novembre 29, 2019
Aumento delle concentrazioni di gas serra: il rapporto delle Nazioni Unite
Maggio 19, 2019
Google svilluppa il traduttore che imita la voce
Gennaio 18, 2025
L’energia del futuro nasce dalla natura
Comments are closed.

TERRA FUTURA

Il Blog di Beppe Grillo
La Cina presenta un microdrone spia delle dimensioni di una zanzara
Il Blog di Beppe Grillo
Stocktwits: la Borsa è diventata social
Il Blog di Beppe Grillo
La Spagna approva una legge storica: multe fino a 500mila euro per chi distrugge cibo
Il Blog di Beppe Grillo
Cosa chiedono (e non chiedono) gli italiani a ChatGpt
Il Blog di Beppe Grillo
Come la Cina è diventata il primo motore della ricerca scientifica globale
Il Blog di Beppe Grillo
La nuova era della guerra high-tech in Africa
Il Blog di Beppe Grillo
Il fumo non è mai sparito
Il Blog di Beppe Grillo

CONTATTI

Per inviare messaggi, comunicati stampa, segnalazioni, richieste di interviste, denunce o lettere aperte a Beppe Grillo: [email protected]

PUBBLICITA'

Per la tua pubblicità su questo Blog: [email protected]
  • HOMEPAGE
  • COOKIE POLICY
  • PRIVACY POLICY
  • CONTATTI
© Copyright 2025 - Il Blog di Beppe Grillo. All Rights Reserved - Powered by happygrafic.com