di Beppe Grillo – Caro direttore, un’esperienza di governo davvero singolare: l’Europa dell’establishment contro, il capitalismo finanziario, i media pure e nessuno sembra mancare all’appello, tranne l’opposizione. Non c’è l’opposizione, sembra di essere circondati da uno gruppetto di prefiche (quelle che piangevano a pagamento ai funerali) e non di costruttori di alternative.
Ma dove si sono nascosti? Questo governo sembra stia tentando di colmare il vuoto sviluppando una sua opposizione interna: nazionalizzare o fare delle concessioni con delle regole a favore dei cittadini? Non è un dissidio, è un semplice confronto.
Intanto, in tv, ripetono incessantemente di “essere stati un po’ distanti dalla gente…” scopiazzando dalla conferenza stampa di Aspi, deve essere un mantra della comunicazione condiviso in qualche Think Thank interparassitario.
Però, se vuoi sapere come la pensano davvero, devi andare a Rimini dove, comunque tu ci sia arrivato, Autostrade per l’Italia non ti abbandona mai, eccola ad accoglierti insieme agli altri sponsor maggiori del meeting di CL. Furibonda, disperatamente alla ricerca di un eufemismo, Lucia Annunziata li aveva appena chiamati “conigli”… ma si sbagliava, sono lì, pronti a rilasciar dichiarazioni dall’alto di supersponsorizzati altari saccenti. È proprio fra le braccia dell’arroganza che ci si lascia andare più fiduciosamente ed esternare. E così le prime dichiarazioni politiche circa il disastroso stato delle infrastrutture del Paese le hanno fatte lì, la sostanza è la stessa dell’Aspi: “Ci siamo comportati bene e non siamo in alcun modo responsabili di nulla.” Di nuovo, nella forma e nella sostanza, insieme per sempre, vicini vicini. Formigoni docet.
Il tono è pacato, i fastidiosi pruriti e le timidezze si trasformano in una paternalistica posa di rimprovero contro chi sta lavorando per sistemare decenni di degrado strutturale e morale del paese. Eccola l’opposizione, rinfrancata dal tono assolutorio della gran lobby: la fiducia nel confessionale della Compagnia Delle Opere non manca mai.
Una forma di confessione particolarissima: invece di rimproverarti e punirti, l’ambiente spirituale della gran sagra sublima tutto in sagge parole, mentre i fantasmi di ieri l’altro cercano una qualche consistenza, almeno per la durata della festa riminese.
Se dovete nascondervi fatelo bene, e lasciate dire tutto alla Gelmini: c’è sempre luce in fondo al suo tunnel.
da Il Fatto Quotidiano del 24 Agosto 2018