di Valentina Petricciuolo – Una delle persone più illuminate e brillanti del ventesimo secolo, lo scienziato e divulgatore scientifico Carl Sagan, aveva una sua opinione molto precisa sull’uso e sulla opportunità di legalizzare la cannabis.
Sagan, infatti, astronomo e astrofisico, noto in tutto il mondo per la serie di divulgazione scientifica Cosmos, (qui l’intera serie in originale) con una carriera accademica brillante, autore di numerosi libri di fantascienza e che ha scritto su una vasta gamma di argomenti, tra cui la pace nel mondo e il cambiamento climatico…indovinate un po’? Ha anche pubblicato un saggio in forma anonima sulla Cannabis!
Le idee di Carl Sagan sulla marijuana sono quanto mai attuali, visto il tanto parlare che si fa, sia negli USA che in Europa, della legalizzazione della cannabis, sia a scopo terapeutico che ricreativo.
In un saggio scritto nel 1971 per il libro Marihuana Reconsidered – tradotto in italiano con il titolo Marijuana – Sagan, sotto lo pseudonimo di “Mr. X”, descriveva la sua storia personale sull’uso della marijuana e di come fosse convinto che quella fosse stata una forza positiva nella sua vita. Scrisse sotto falso nome per paura di avere ripercussioni negative sulla sua carriera e fu solo dopo la sua morte che si scoprì che Mister X, l’autore del saggio, era in realtà proprio lui. (Il saggio di Carl Sagan, che iniziò a fare uso di marijuana intorno ai 30 anni senza mai smettere, è disponibile qui).
Vediamo i punti principali:
Sagan sostiene che l’uso di marijuana abbia avuto un impatto positivo su diversi aspetti della sua vita. Spiega che iniziò a usare cannabis in un momento in cui voleva fare esperienze che andassero oltre il suo ambito di ricerca scientifica. Trovò la cannabis piacevole e ne fu attratto in gran parte a causa della apparente mancanza di effetti collaterali negativi.
Il primo effetto che la marijuana ebbe su di lui, secondo quanto riportato nel saggio, è quello di amplificare e migliorare le sue sensazioni visive e auditive. Molte cose che Sagan prima non era in grado di apprezzare o notare diventarono per lui evidenti, anche quando non era più sotto gli effetti della cannabis. Trovò che la marijuana era estremamente utile per aiutare a capire le persone che avrebbe di solito considerato folli, come dice in questo passaggio: “La sensazione di come sia davvero il mondo può essere esasperante, la cannabis mi ha portato a capire cosa può significare essere pazzi e come usiamo la parola ‘pazzia’ per evitare di pensare a cose che sono troppo dolorose per noi. Nell’Unione Sovietica i dissidenti politici vengono sistematicamente messi in cosiddetti “manicomi” e vengono chiamati “pazzi””.
Inoltre, lo ha aiutato a capire meglio se stesso: “Quando faccio uso di cannabis riesco a tornare indietro nel tempo, a ricordare la mia infanzia, gli amici, i parenti, i miei giocattoli, le strade, gli odori, i suoni e i sapori di un’epoca scomparsa. Posso ricostruire gli eventi accaduti nella mia infanzia che all’epoca avevo solo parzialmente compreso. Molte, ma non tutte le mie esperienze con la cannabis, hanno un simbolismo significativo per me che non cercherò di descrivere qui, una specie di mandala in rilievo. E libere associazioni mentali su questo mandala, sia visivamente che con giochi parole, hanno prodotto una gamma molto ampia di intuizioni”.
Scoprì anche che la cannabis lo aiutava a capire l’arte e la musica in modi che non aveva mai sperimentato prima:
“L’esperienza della cannabis mi ha permesso di apprezzare l’arte, un argomento che non avevo mai davvero compreso. Intuire quella che è la vera intenzione dell’artista, che mi diventa chiara quando ho fatto uso di marijuana, a volte prosegue anche dopo. E questa è una delle frontiere dell’essere umano che la cannabis mi ha aiutato a superare … Una esperienza analoga l’ho avuta con la musica: per la prima volta sono stato in grado di ascoltare le tre parti separate di un’armonia e la ricchezza del contrappunto. Da allora ho scoperto che i musicisti professionisti possono facilmente seguire molte parti separate dell’armonia contemporaneamente”.
Infine, sostiene la legalizzazione della cannabis alla luce di questi benefici: “L’illegalità della cannabis è oltraggiosa, un impedimento al pieno utilizzo di una sostanza che aiuta a generare la serenità e l’intuizione, la sensibilità e la fratellanza umana così disperatamente necessarie in questo mondo sempre più folle e pericoloso.”
L’uso della cannabis, sostiene Sagan, gli ha portato vantaggi nel lavoro, anche se in maniera indiretta: “Trovo che la maggior parte delle intuizioni che ho quando fumo la cannabis riguarda le questioni sociali, un’area di studi molto diversa da quella per cui sono generalmente conosciuto. Ricordo un’occasione, facendo una doccia mi venne un’idea sulle origini e l’evolversi del razzismo in termini di curve di distribuzione gaussiane…Disegnai le curve col sapone sul muro della doccia, e subito andai a mettere l’idea per iscritto. Un’idea che ne ha poi generate altre e, dopo circa un’ora di intenso lavoro, ho scoperto che avevo scritto undici brevi saggi su una vasta gamma di argomenti sociali, politici, filosofici e umanistici che ho poi usato in discorsi, conferenze pubbliche e nei miei libri “.
Sosteneva inoltre che la marijuana gli permetteva di capire meglio le questioni sociali, di cui ha iniziato ad occuparsi più frequentemente nei suoi ultimi anni di vita.
Naturalmente, i benefici di cui parla Sagan vanno contestualizzati e va tenuto conto del fatto che lui stesso era un uomo illuminato e brillante. Così come va tenuto conto del fatto che lo stesso Sagan ammise che potevano esserci effetti collaterali negativi derivanti dall’abuso di sostanze come la cannabis quali, tachicardia, alterazione dell’umore, ansia e depressione, secchezza della bocca, rossore degli occhi e l’alterazione del sonno.
Poiché l’uso di marijuana sta diventando sempre più diffuso e accettato dovremmo essere in grado di rispondere a domande su cosa questa sostanza può fare per noi, sia nel bene che nel male. Mentre le esperienze individuali dovrebbero essere sempre prese con cautela, l’input di uno scienziato e persona illuminata come Carl Sagan è un valido sostegno a qualsiasi discussione sull’argomento.
L’AUTORE
Valentina Petricciuolo – Laurea in Economia, specializzazione in commercio internazionale e promozione delle imprese italiane all’estero. Responsabile dello sviluppo e supporto delle aziende australiane in Italia presso il Consolato Generale di Milano. Trade Relations Officer per UK Trade and Investment presso l’Ambasciata Britannica a Roma. Crowdfunder e micro Business Angel attiva sulle piattaforme europee e statunitensi. Attualmente funzionario dell’Istituto per il Commercio Estero (Agenzia ICE) di Roma e responsabile, dal 2005 al 2010, del Desk Attrazione Investimenti esteri della sede di New York. Master in trasferimento tecnologico e open innovation del Politecnico di Milano (2014) e membro dal 2014 al 2017 del panel europeo dei valutatori di progetti Proof of Concept per la valorizzazione della ricerca scientifica dello European Research Council. Autrice del blog La Curiosità è la Bussola su innovazione, imprenditorialità, valorizzazione della ricerca scientifica, crowdfunding, nuove dinamiche del lavoro, reddito di base universale, crescita personale e libertà finanziaria, blockchain e criptovalute. http://valentinapetricciuolo.it