L’aborto è una scelta che può lasciare tracce indelebili in chi la fa. Una scelta che può avere mille ragioni che appartengono alla sfera privata della persona. E’ quindi inconcepibile che all’ospedale di Melzo, un luogo pubblico, un primario, Leandro Aletti, gridi di fronte a tutti: “Assassina, sta uccidendo suo figlio” a tre ragazze in attesa di esami preliminari. L’ospedale non è un istituto confessionale, un tempio degli antiabortisti, un’estensione delle parrocchie. Aletti, simpatizzante di Comunione e Liberazione, è stato denunciato per ingiuria e l’udienza si terrà a dicembre. Il blog sarà presente. Una domanda: “In Lombardia quanti sono i medici e i primari di CL?“.
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